Onryo, Avatar di Morte


E un giorno in edicola uscì il solito numero di Urania che tanto solito non era. Ora, se non sapete cos'è Urania, uscite da questo corpo o informatevi. Quattro euro e cinquanta centesimi per oltre 300 pagine di ottima letteratura inedita e di traduzione diretta sono oro. Il fatto è che questo numero di Urania si palesa come essere nientemeno che uno spin-off di Alia. Ora, se non sapete cos'è Alia andate a leggervi le nostre recensioni, visto che si tratta di una delle più interessanti iniziative editoriali italiane (anche) dedicate all'Asia.
E anche i curatori sono gli stessi, l'amico di Asian Feast Massimo Soumaré e Danilo Arona.
La forma è la stessa di Alia, un'introduzione, schede degli autori e racconti. Racconti che tutti spaziano dall'horror al fantastico. 12 racconti e un'introduzione coltissima e fondamentale sulla storia dell'horror nipponico che si rivela come una lettura imprescindibile per chi voglia affrontare il genere.
Sette sono giapponesi, gli altri sono autori italiani, inclusi i due curatori.
La qualità è continua, l'originalità altalenante nel senso che spesso emergono visioni e temi già affrontati più volte dagli appassionati, ma sempre trattati con efficacia e rigore. Ma anche il contributo italiano non è da meno dei colleghi nipponici da Soumaré che è in continua crescita con una scrittura sempre più complessa (che va a sondare corde classiche del genere giapponese in uno strano mélange culturalmente trasverale proprio del suo stile) a Arona che seppur un po' “euforico” nei dialoghi regala un racconto delizioso ed una delle migliori letture dell'intero volume.
Copertina inquietante e ovviamente nessuna illustrazione all'interno.
Se l'avete perso sappiate che l'umanità ha inventato il servizio arretrati e che un volume del genere va forzatamente supportato e letto con ingordigia.