Along with the Gods: The Last 49 Days

Voto dell'autore: 3/5

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Seconda parte, quasi un secondo tempo, di Along with the Gods: The Two Worlds, questo film vive di una perfetta continuità narrativa e qualitativa, partendo esattamente da dove si era interrotto il precedente film.

Gli ingredienti a volte si miscelano in maniera diversa, certo; meno azione, più ironia, meno melodramma retorico e più dramma ma in fin dei conti il film è lo stesso, con i tre traghettatori che accompagnano il defunto nell'aldilà proseguendo a ritroso lungo i set del precedente film.

Essendo però quest'ultimo personaggio sicuramente meno interessante del fratello pompiere e sensibilmente più irritante, il film riesce ad introdurre momenti più leggeri.

A fronte di questa figura sicuramente meno retorica, tutta la parte drammatica è meno melensa e ruffiana, più suggerita.

Il motivo è anche che il film anziché, come il precedente, appoggiarsi sulle meraviglie dell'aldilà e sul viaggio, si occupa principalmente di narrare il passato e le origini dei tre già citati accompagnatori “infernali” regalando così sequenze più articolate e drammatiche ambientate su sezioni in costume.

Sarebbe tutto quasi perfetto se, come accennato in coda al primo film, non si inserisse nella narrazione tutta una sottotrama figlia delle mille svolte e colpi di scena della sceneggiatura ovvero il compito di Haewonmak e Lee Deok-choon di prendere la vita dell'anziano intravisto in The Two Worlds che è attualmente difeso nel mondo reale da uno spirito protettore della casa (interpretato dal talentuoso e "robusto" Ma Dong-seok).

Forse più sfilacciato e disorganico, leggermente ripetitivo e affollato da un numero sconsiderato di twist Along with the Gods: The Last 49 Days non deluderà i fans della saga, confermando tutto ciò che di buono c'era già nel primo film.

Si rivela un'onestissimo blockbuster multigenere che ai botteghini ha incassato poco meno del predecessore, campione di incassi nell'anno di uscita.