Along with the Gods: The Two Worlds

Voto dell'autore: 4/5

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E finalmente dopo tanto peregrinare il regista coreano Kim Yong-hwa trova la sua dimensione ideale. Kim è quello che si può definire un regista commerciale di blockbuster totalmente popolari. Non d'autore ma né tantomeno inoffensivi e inutili. Un giusto mezzo, onesto e talentuoso, che in questo film trova l'alchimia perfetta.

In passato il suo cinema si era distinto per le ambizioni e i budget elevati; il nefasto 200 Pounds Beauty e il riuscito ma eccessivamente freddo Mr. Go che a fronte di un budget enorme per gli standard locali non aveva funzionato al box office. Questa volta invece tutto sembra andare per il meglio: budget all'altezza, film sensibilmente più vivo e sentito e incassi stellari tale da posizionarlo -ad oggi- al secondo posto nella storia del cinema locale.

Along with the Gods: The Two Worlds è la prima parte di un dittico che si concluderà a metà 2018, tratto da un fumetto ideato per il web da Joo Ho-min.

Un pompiere Ja-hong (Cha Tae-hyun) muore in missione e viene accudito da tre custodi che dovranno essere i suoi “avvocati” in un lungo viaggio nell'aldilà verso la reincarnazione. Il percorso si muove attraverso 7 sfide lunghe 49 giorni, incontrando varie divinità e percorrendo panorami surreali e stordenti. Ma mentre il viaggio si svolge fin troppo positivamente, nel mondo dei vivi alcuni eventi inattesi vanno di rimando a provocare imprevisti nell'aldilà, mettendo in pericolo la riuscita della missione.

Il film mescola sapientemente azione, commedia e melodramma sbilanciandosi macroscopicamente verso questo genere nella “solita” parte finale eccessiva e allungata all'inverosimile. Ma a parte questa sezione, il resto del film sorprende per onestà e calore, una scrittura complessa e stratificata, un tocco leggero sulle miserie umane e sequenze d'azione particolarmente virtuosistiche e inventive.

A farla da padrona sono gli effetti digitali, il più delle volte decisamente competitivi sfruttati fino al parossismo nel mettere in scena visioni d'inferno degne di Doré.

Ma nonostante creature, violenza ed eccessi sparsi il film riesce ad equilibrare tutti gli elementi, fatto sempre più raro all'interno del cinema popolare ad alto budget e ad uscirne come opera onesta, semplice, sottile ma perfettamente funzionante, perfino emozionante. Almeno un paio di sequenze d'azione inoltre si mostrano decisamente ispirate e complesse.

Per gli appassionati di blockbuster il film non può che rivelarsi opera imprescindibile di ottima caratura, o una decisa alternativa di alto livello ai film che invadono perennemente le nostre sale.

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