Bandage

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BandageOrmai non c’è dubbio, il filone delle bande musicali di ragazzi molto giovani, con storia d’amore  e rivalità tra due cantanti è un sottogenere della cinematografia giapponese e un fenomeno impossibile da ignorare. Nana, prima fumetto e animazione, poi pellicola con attori con tanto di sequel era stato il boom commerciale pop di fine decennio, Bandage si pone esattamente come la sua versione seria e meno glamour. Il marchio evidente è quello di Iwai Shunji, produttore e sceneggiatore, autore di buon spessore  e spesso con mano felice nel trattare le tematiche sentimentali e adolescenziali. Bandage  parte in sordina.
Negli anni Novanta, due amiche costrette a lasciare la scuola iniziano a lavorare. Una delle due, Miharu, fa la commessa in un negozio di dischi e trascina la compagna, Asako, al concerto di un gruppo alternativo, pressoché sconosciuto, i Lands, che si esibisce in un locale. Da qui il film inizia a trasformarsi con la lenta e progressiva maturazione di Asako, subito notata dall’eccentrico leader Natsu. Asako imparerà pian piano i segreti del mondo della musica, sostituendo l’agente della band. Kobayashi e Iwai creano una storia di formazione, Asako non è più la goffa e timida ragazzina inesperta dell’inizio, ma una donna energica e testarda, e ci mostra il dietro le quinte del mondo della musica giapponese, che produce e ingoia talenti a un ritmo vertiginoso e senza pietà. Asako non apprende solo un mestiere, ma impara anche ad affrontare le delusioni e la sofferenza di una storia d’amore nata male. Lo stesso Natsu, grazie a lei imparerà molto su se stesso, sull’amore non corrisposto e sulla sua mancanza di vero talento. Lo stile è piuttosto ben definito e poetico nell’uso del colore e dell’inquadratura, sollevando il film dalla media delle produzioni e dei drama di pura matrice manga e televisiva. Ma non è solo formalmente che il film cerca di affrancarsi da tutto questo, i dialoghi sono molto più articolati e “scritti”, la dinamica dei personaggi e la loro psicologia molto più approfondite, come si evince anche dalle scene di confronto tra Asako e Natsu e Asako e la manager dei Lands, mai banali. Però, Nonostante l’attenzione, il mestiere indubbio delle maestranze, alcune intuizioni di regia lodevoli e la buona colonna sonora, però Bandage non avvince, non colpisce particolarmente, anche se il realismo di fondo, piuttosto inconsueto, dell’operazione resta un punto a suo favore.  Il pubblico più legato alla critica e ai film d’essai ha comunque apprezzato.