Chasing the Dragon II: Wild Wild Bunch

Voto dell'autore: 4/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (1 votes, average: 4,00 out of 5)

Due anni dopo Chasing the Dragon esce questo sequel, solo nominale. Nessun luogo, tempo, personaggio in comune; Wild Wild Bunch è infatti ambientato nel 1997, in pieno handover, tra Hong Kong, Macau e la Cina Continentale. Ed è esponenzialmente più riuscito di quel polpettone disfunzionale che era il primo capitolo.

Qui l'ingranaggio è splendidamente oleato come nel miglior Wong Jing (e Jason Kwan, il co-regista, noto principalmente come direttore della fotografia anche di questo titolo).

Come struttura di base sembra volersi andare ad incanalare nell'abusato filone dei film di infiltrati post Infernal Affairs; fortunatamente lo fa in maniera interessante e fresca.

Il poliziotto interpretato da Louis Koo è specialista in esplosivi e si infiltra in una gang focalizzata in rapimenti ai fini di estorsione, capitanata da Logan Long (Tony Leung Ka-Fai).

Gran parte del film è quindi calibrato sulla tensione dovuta a timer ed esplosivi attivati, proprio come nello Shock Wave di Herman Yau; qua però la classe, la macchina di regia e l'evocazione della tensione palpabile è anni luce avanti quella del film con Andy Lau.

Wong Jing propone un prodotto scritto a suo modo, grossolano ma assolutamente efficace, vivo, emozionante e di ottimo intrattenimento. Gioca in maniera estremamente facile offrendo due ruoli memorabili a due attori già bravi; Louis Koo conferma l'usuale talento e gli fa da spalla il solito intenso Gordon Lam Ka-Tung (Election, Ip Man, Infernal Affairs). Ma è Tony Leung Ka-Fai col capello lungo e il volto scolpito da grande caratterista a divorarsi l'intero film in un ruolo arrogante e prepotente che lascia il segno e esalta la potenza espressiva di Chasing the Dragon II.

Tra altri volti noti di contorno, una colonna sonora discutibile, e numerose sequenze di inusuale classe alternate ad altre di deflagrante azione sopra le righe, Wild Wild Bunch propone un Wong Jing ritrovato, sentito, e di affilatissima efficacia cinefila.