Dead Friend

Voto dell'autore: 3/5

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Dead FriendRyung avrebbe anche potuto essere il quarto capitolo della (finora) trilogia delle liceali fantasma, iniziata con Whispering Corridors. I temi sono presenti quasi al completo: innanzitutto il fantasma, poi le giovani protagoniste compagne di liceo, un rapporto inconsueto di amicizia, il colpo di scena finale e, non ultimo, un sottile filo rosso che percorre il film e che rimanda a temi ben più consistenti di quelli riscontrabili in un classico horror giovanile. Infatti il recupero della memoria perduta porta gradualmente la protagonista a scoprire una se stessa altra, insospettabile quanto malvagia, sconosciuta alla se stessa attuale, creando in lei non pochi sensi di colpa (poi, nel finale, tutto si complicherà ulteriormente). Inoltre ci sono riferimenti al rapporto madre-figlia, al contrasto ricchi-poveri, al bullismo nella scuola...

Dopo un inizio citazionisticamente preoccupante (in una sola scena affiorano alla memoria RingDark WaterAnother HeavenL'esorcistaFantasmi) l'intreccio prosegue fortunatamente in maniera più originale e interessante in un impianto narrativo complesso, fatto di flashback e colpi di scena e con una essenzialità visiva che contrasta con la ricchezza di temi e sequenze.

I palesi richiami alla saga ringuiana, per quanto triti e noiosi, trovano all'interno della introspettiva narrazione una nuova giustificazione (ad esempio: i capelli lunghi servono a nascondere il viso per un preciso motivo); il livello di tensione non è altissimo, e questo è un bene in un contesto del genere, anche se il regista sa benissimo quando e come va calcata la mano con gli elementi horror.

Alla fine, quindi, una storia di fantasmi al femminile godibile, con brave attrici, una giusta dose di spaventi e un solido background narrativo non lineare.