Eye for an Eye

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eye-for-an-eyeMentre il pubblico, soprattutto occidentale, nel 2008 si refrigerava con la visione del precedente The Chaser, la Corea del Sud allentava per un attimo la presa sulle commedie sciocche e zuccherine locali per regalare un altro “classico” poliziesco alla coreana poco truce ma visibilmente “canaglietto”.
Nulla di nuovo sotto il sole, un poliziesco di routine con sbirri che danno la caccia a pittoreschi ladri, mentre una sorta di legame cavalleresco si tende tra le due parti nella lotta contro un nemico comune. Meno cupo rispetto al genere e alla fine sfociante nel buddy movie sembra quasi un poliziesco di ordinanza di Danny Lee dei primi anni ’80.
Il tutto si lascia guardare e coinvolge grazie al ritmo sempre alto, alla buona messa in scena, ad una storia semplice ma definita, attori bravi e in ruolo (Han Seok-Kyu, già visto, tra l’altro, in A Bloody Aria e Cha Seung-won, molti film alle spalle tra cui Kick the Moon) e tante invenzioni stilistiche che unite alla ricchezza e a quella aura patinata tipica del cinema della Corea del Sud lo rendono un degno concorrente di tanto cinema simile statunitense.
La corta durata, almeno rispetto agli standard locali e l’assenza di infiniti doppi finali regalano un prodotto delizioso e assolutamente piacevole, diretto a quattro mani da due giovani registi, Ahn Kwon-tae (My Brother, 2004) e Kwak Gyeong-taek autore del campione di incassi in patria Friend (2001).