Guns and Roses

Voto dell'autore: 3/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (1 votes, average: 3,00 out of 5)

guns and rosesGuns and Roses è una pellicola piuttosto anomala. Ci sarebbero tutte le premesse per un blockbuster leggerino e colorato, cosa che il film in gran parte è. Ma Guns and Roses contiene elementi decisamente insoliti per un film di questo tipo.

Il protagonista, Xiao Dongbei, è un ladruncolo e truffatore di mezza tacca che cerca di sopravvivere nella Manciuria occupata dai Giapponesi. È un tipo cinico e meschino, un tipo che non si fa scrupoli a truffare piccoli mendicanti. Un giorno si ritrova sbattuto in cella assieme ad un dissidente che aspetta la sua condanna a morte. Il dissidente regala a Xiao i suoi vestiti. Una volta uscito di prigione Xiao scopre che l’uomo gli ha anche passato preziose informazioni riguardanti un carico d’oro che le truppe giapponesi porteranno presto in città. Così Xiao si unisce ad un gruppo di ribelli, capeggiati dalla star del cinema Fang Die, per trafugare l’oro. Ovviamente Xiao non è mosso da alcun sentimento patriottico e spera soltanto di avere la sua parte del bottino.

Il film procede per una buona metà con un registro quasi da commedia, giocando sull’incompatibilità tra i membri della resistenza, idealisti, disciplinati e piuttosto aristocratici e Xiao, goffo, spaccone e rozzo, la cui avidità manda all’aria i piani dei suoi compagni. Avidità che non riguarda solo l’oro a cui gira intorno la vicenda ma anche cose elementari come il cibo: molto divertente è la scena in cui, mentre i suoi compagni sono intenti ad infiltrarsi ad un ricevimento per sottrarre alcuni importanti documenti, Xiao fa imbucare alla festa suo padre, un veterano della rivolta dei Boxer rimbambito e decrepito, per farlo mangiare un po’. I due si muovono nell’alta società come due elefanti in una cristalleria e compromettono tutta la missione. A complicare la situazione vi si aggiunge la figlia del direttore della banca in cui verrà depositato l’oro. Xiao cinicamente tenterà di usarla prendendosi gioco dei suoi sentimenti ma la ragazza si innamorerà davvero del ladruncolo, rendendogli la vita ancora più difficile.

Il regista Ning Hao attinge a piene mani dalla lunga tradizione degli heist movie, porta sullo schermo un mondo dalle splendide tinte pastello che non fanno altro che sottolineare il tono leggero del film, in cui gli aspetti più crudi sono tenuti sullo sfondo. Ning Hao ha una regia elegante che fa grande uso di carrelli e dolly combinati con un impiego intelligente della computer grafica. I personaggi sono tutti sopra le righe, a partire dal protagonista fino al vecchio padre che è quasi una dissacrante parodia degli eroi alla Wong Fei Hung, tutti tradizioni e arti marziali. Anche l’immancabile villain giapponese, il colonnello Toryama, è presentato in maniera caricaturale, troppo teatrale e megalomane per essere preso sul serio. Tutto procede liscio fino ai venti minuti finali che segnano una rottura profonda con il resto del film. La storia vira verso territori più violenti e tragici, una svolta che spiazza lo spettatore, resa ancora più traumatica vista la differenza di registro tra le due parti del film. Una svolta che però “salva” la pellicola dall’essere solo il blockbuster leggero e colorato di cui si parlava all’inizio.
Nel giro di poco tempo Xiao si trova a dover vendicare la morte del padre e così tenta di attentare alla vita di Toryiama durante una cerimonia pubblica: ne nasce un violento conflitto a fuoco che porta alla morte dei compagni di Xiao. Il tutto è messo in scena in maniera cruenta e senza lesinare sul sangue, il tono è decisamente più drammatico del resto delle scene d’azione del film. Il tutto si conclude con un grande assalto alla banca, in cui Xiao, distrugge l’oro che ha causato tante morti, svuotando una cisterna di solvente nel caveau. Riuscirà anche a vendicarsi del colonnello Toryama, ma un'altra tragedia è dietro l’angolo pronta ad abbattersi su di lui.
Proprio questa ambivalenza tra tragedia e leggerezza (e per una volta il titolo inglese è, in un certo senso, azzeccato) rende difficile dare un giudizio complessivo su una pellicola sicuramente poco equilibrata ma per diversi aspetti interessante. Sicuramente infrange diverse regole d’oro del cinema d’intrattenimento contemporaneo e almeno di questo bisogna rendergli merito.