Hi, Mom

Voto dell'autore: 3/5

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Hi, Mom esce durante il fortunato capodanno cinese 2021 e si confronta con altri titoli macroscopici e attesi, ma un buon passaparola e la fama della regista, nota comica locale, fanno si che il film riesca a raggiungere record di incassi impressionanti superando gli altri concorrenti. A fine corsa il film porta a casa circa 820 milioni di dollari USA, il diretto concorrente Detective Chinatown 3 arriva a 700 e il terzo, A Writer’s Odyssey di Lu Yang si ferma a 160.

In questo capodanno lunare dei record Hi, Mom diviene il secondo maggiore incasso della storia del cinema cinese, il maggiore incasso dell'anno, il maggiore incasso di sempre per un film diretto da una donna e il secondo maggiore film non in lingua inglese. Preoccupante il fatto che nessun media mainstream italiano abbia accennato all'eccezionalità dell'evento. Ma siamo qui anche per questo.

La cosa interessante è guardare i maggiori incassi e prendere atto di come non ci sia una tipologia di film dominante, ma ci troviamo di fronte ad un pubblico dai gusti vari ma in cerca di prodotti locali, riconoscibili e competitivi. Wolf Warrior 2 -ad oggi ancora in vetta- è un action bellico, il successivo Ne zha è un film d'animazione per ragazzi, The Wandering Earth un raro esempio di fantascienza e Detective Chinatown una commedia (ibrida, certo).

Di tutti questi Hi, Mom è il più inusuale. Perché mostra e conferma come dopo un periodo anche esteso in cui il riferimento culturale e di immaginario per il cinema cinese era stato ovviamente Hollywood, ora ormai le basi per costruire un'identità arrivano spesso dal resto dell'Asia. Il film di cui parliamo è un oggetto abbastanza nuovo per il cinema mandarino ma si inserisce in un filone particolarmente fortunato sia in Giappone che in Corea del Sud; quello delle commedie agrodolci, strappalacrime, piene di lutti, disgrazie, rimpianti e sogni. Certo, c'è il viaggio nel tempo che richiama Ritorno al Futuro, ma in realtà sembra più provenire da quell'enorme pletora di film prodotti dai paesi già citati che dal classico statunitense (che comunque a sua volta era di ispirazione per gli stessi). 

E' infatti narrata la strana vicenda di una ragazza che in seguito ad un incidente, viaggia indietro nel tempo fino a incontrare sua madre da giovane e a tentare di colmare tutto l'irrisolto con la stessa cercando così di riparare a posteriori (o in anticipo?) le sue mancanze e i propri sensi di colpa.

Hi, Mom è probabilmente anche meno raffinato e compiuto di film come Il Mare (2000) di Lee Hyun-seung, Ditto (2000) di Kim Jung-kwon e soprattutto My Mother, the Mermaid (2004) di Park Heung-sik (per citarne alcuni) ma è prodotto con un budget robusto e una resa qualitativa altissima grazie alla quale riprodurre uno stupendo paese da cartolina degli anni 80; tutta la sequenza dei titoli di testa con la Cina del passato in bianco e nero che si tinge di colori è in effetti deliziosa.

Più che meri meriti artistici, Hi, Mom va quindi visto, studiato e contestualizzato come tassello, l'ennesimo, di un percorso che sta caratterizzando e portando a maturità il cinema del presente, quello che attualmente è ospitato in Cina. Vivere in maniera vigile il presente con un occhio all'immediato futuro.