Mr. Suave

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Mr. SuaveRico è muscoloso, bello, ma soprattutto “soave”. Queste le parole dette da uno dei personaggi del film per descrivere il protagonista, Rico, venticinquenne macho, con la fama di essere l’uomo più bello della città.
Rico Suave già nel nome presenta il senso stesso della sua esistenza, ovvero l’essere “soave”. Cosa significa? Un modo di essere, un modus vivendi, fatto di movenze da latin lover e sguardi magnetici. Il tutto dentro abiti che ricordano il cowboy dei Village People o un macho anni ’70, accompagnato da due notevolissimi baffi arricciati, simbolo caratteristico di tutta la famiglia Suave.
Eppure Rico ha un grossissimo problema: nonostante le apparenze, quando si trova in un posto romantico con una donna ed iniziano le effusioni amorose, si irrigidisce completamente, a causa di un disturbo chiamato Anorexia Nervosa. Ed è proprio questo il problema da risolvere che ci accompagna per tutto il film. Questo segreto è però condiviso solo da Rico e dalle donne che ne sono state la causa e, pertanto, non appena gli amici di Rico (vere e proprie spalle comiche) lo vengono a sapere, decidono di impegnarsi per risolvere il problema, senza farglielo scoprire. Qui entra in gioco Venus, una meravigliosa ragazza che lavora come “abbordatrice”, seducendo uomini e rubandogli tutto il denaro. Ma Venus non sa chi è veramente Rico Suave e il suo compito diventa molto più difficile del previsto…

Mr. Suave è stato uno dei film rivelazione del Far East Film Festival edizione 2005. Nonostante non abbia avuto riconoscimenti al premio del pubblico, ha fatto scoppiare la sala in innumerevoli boati di risa. È infatti un film ben scritto, e Vhong Navarro, che ricordiamo come il Gagamboy di Erik Matti, veste i panni di Rico Suave con una naturalezza quasi incredibile. Affascinante quasi da non crederci, nonostante l’abbigliamento terribilmente kitsch, è l’immagine perfetta di ciò che Joyce Bernal ha voluto descrivere in questo film: l’altra faccia del machismo filippino, ovvero come sono in verità gli uomini dietro la loro facciata di latin lover.
Mr. Suave vuole infatti essere una parodia del fenomeno molto diffuso, soprattutto in grandi città come Manila, del machismo estremizzato, del bisogno degli uomini, soprattutto non ancora sposati, di farsi vedere come degli incredibili tombeurs de femmes. Infatti, come spiegato dalla stessa Bernal, se un uomo dopo i vent’anni è ancora vergine, viene considerato uno sfigato, e di contro, se una donna non sposata non è più vergine è automaticamente considerata una poco di buono. Rico e Venus diventano quindi immagine paradossale ed estremizzata di questi due tipi umani, e dell’inevitabile interazione che si sviluppa tra i due.
L’unica cosa negativa che emerge dal film, rammarico anche della regista, sono gli attori che interpretano gli amici di Rico. Essi, infatti, le sono stati imposti dalla produzione poiché vincitori di un concorso per comici emergenti, e come spesso si nota, non riescono ad integrarsi bene nel film, e oltretutto non riescono a dare una profondità al loro personaggio, rendendolo inevitabilmente una semplice maschera comica.
Al contrario vera e propria rivelazione, oltre alla maturazione attoriale di Navarro, è la bellissima Angelica Jones, Venus, corpo perfetto e un’ottima recitazione, che immaginiamo vedremo presto in altre pellicole, essendo Mr. Suave la sua prima volta sul grande schermo, dopo numerose apparizioni in serie tv.
Complessivamente Mr. Suave è il tipico film che riunisce in sé gag e battute indimenticabili, unite da un ritmo di montaggio veramente ottimo, se si pensa alla velocità in cui è stato realizzato (meno di un mese, tra produzione e post produzione, giusto in tempo per precedere l’arrivo in testa alle classifiche della canzone tema “Mr. Suave” dei Parokya ni Edgar).
Seppure la simpaticissima regista parlando di questo film, non può altro che esserne scontenta, visto i numerosi obblighi e i tempi ristretti che le sono stati imposti (come in tutte le sue precedenti pellicole), l’unica riflessione che può sorgere è un augurio nei suoi confronti, di riuscire a fare un film totalmente personale in cui dimostrare in totale libertà le proprie competenze e possibilità artistiche.