Onechanbara

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Chanbara BeautyThe OneeChanbara, videogioco prima, sviluppato nel 2004 dalla Tamsoft (e relativi sequel e business dedicato), ora (brutto) film.

Due idol agghindate in abiti succinti vagano in un mondo dominato dagli zombies. Loro missione? Trovare il mad doctor (Suwa Taro) responsabile del tutto ed estinguerlo. Loro ostacolo? Una terza idol alla marinaretta, sorella ripudiata di una delle due. Lo sviluppo? Un tot di melodramma d’accatto e 3-4 scontri estenuanti.

In questi casi si arriva a maledire il digitale, perché se da una parte con l’abbattimento dei budget permette film come questo, dall’altra sta annientando la fantasia e la produttività degli effettisti classici. E di conseguenza l’efficacia del film. Le tonnellate di sangue a fontane digitale, fintissime, pop, stilose, finanche coerenti, infastidiscono tout court. Inutile cercare un alibi, il sangue digitale soprattutto quello pataccoso che si appiccica sull’ottica virtuale della macchina da presa fa schifo, senza tanti giri di parole. Film cheapo, regia funzionale e coreografie sopra la media del genere. Un Versus di Kitamura al femminile, meno inventivo, più povero (forse), egualmente noioso. Risulta alla fine quello che trasudava dagli allettanti trailers, un altro di quei “cosi” prodotti per un pubblico occidentale in cerca di esotismo, ennesimo titolo che si va ad accumulare in un calderone di film tutti un po’ uguali che sommano, cercando uno sguardo interessato e complice, zombie, sangue digitale, alcuni centimetri di pelle ignuda, azione e qualche deriva pop. Le starlette protagoniste non fanno scrivere odi al culto del bello né al libertinaggio, bellezze vacue, più o meno scoperte, provenienti dal mondo delle idol, delle modelle o da qualche tokusatsu. Delusione.