Red Quay

Voto dell'autore: 4/5

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Red QuaySecondo l’autorevole Mark Schilling, Red Quay è stato il modello per i futuri film d’azione Nikkatsu, definiti mukokoseki (senza confini). Sia per quanto riguarda l’ambientazione (nella maggior parte dei casi, la surreale Kobe), sia per quanto riguarda il mood, ossia il ritmo del racconto.
Dichiaratamente un rifacimento de Il Bandito della Casbah (Pépé le Moko, 1936), in chiave giapponese, il risultato è sorprendete. Fotografato in uno splendido b/n, racconta la storia di un killer, interpretato da Ishihara Yujiro, che insieme alla sua ragazza si rifugge a Kobe dopo un incarico. Tenuto d’occhio da un poliziotto del posto che sospetta di lui, ha sulle sue tracce anche il killer di una banda rivale. Tutto si complica quando Ishihara si innamora di un’altra ragazza. La rete si stringe sempre di più e lui sa che è arrivata l’ora di lasciare la città. Ma poi …
Red Quay è un ottimo film, splendidamente girato e con attori in parte, Ishihara in testa. Masuda ne girerà un remake nel 1967, il magnifico Velvet Hustler.