Shamo

Voto dell'autore: 3/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (3 votes, average: 2,00 out of 5)

ShamoCosa è successo a Soi Cheang e cosa è successo a Shamo?
-Shamo, film live action inspirato ad un manga pubblicato anche in Italia dalla Planet Manga.
-Soi Cheang, regista di gioielli del calibro di Love Battlefield, Dog Bite Dog e i migliori horror prodotti ad Hong Kong negli ultimi 10 anni.
Chang è rimasto schiacciato dalle pagine del manga o forse- peggio ancora- dalle maglie della Same Way Productions Limited, casa di produzione di dubbia efficienza equamente divisa tra un nome hongkonghese (Sam Leong) e uno giapponese (Yoneyama Shin).
Solo il tempo, eventuali dichiarazioni del regista o le sue successive prove potranno spiegare perché il film non funziona. O meglio, non è che non funzioni, ma si attesta sui livelli di un prodottino sportivo medio, sferzato però da elementi vari personali, porzioni registiche anomale, tematiche proprie del regista e altre che sembrano (auto)imitare lo stile dello stesso.
La fedeltà al manga è alterna ma mediamente riuscita soprattutto nel riassumere in 100 minuti i volumi dell’opera cartacea.

Un ragazzo accusato dell’omicidio dei genitori viene rinchiuso, subisce duri abusi in prigione e infine “scopre” il karate. Una volta uscito, la brutalità applicata allo sport diverranno suo motivo di vita, vita continuamente intersecata da personaggi al limite; una prostituta (Annie Liu), la sorella malata (Weiying Pei), il suo allenatore (Francis Ng) e un ricco e stagionato combattente (Bruce Leung, il The Beast di Kung Fu Hustle).

Tutto è discontinuo, la qualità dei combattimenti, la fotografia, le scelte registiche tali da fare ipotizzare motivatamente il sussistere di alcuni problemi in produzione e una ipotetica seconda mente alla regia. D’altronde è più che evidente la povertà di alcune zone del film rispetto ad altre suntuose e visibilmente riuscite. Un passo falso per un film che potrebbe però (forse, vista la fedeltà alterna) fare la felicità dei lettori del manga. Ma la carriera del regista, che ci ha ormai abituato a prodotti molto più fini e rigorosi, ha evidentemente trovato un ostacolo. Smentito e superato nella prova successiva prodotta dalla Milkyway di Johnnie To.