Take me Home

Voto dell'autore: 3/5

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Kongkiat Khomsiri è un regista che ha affrontato sempre generi classici dell'industria locale personalizzandoli però con propri spunti e elementi atipici; le arti marziali in Muay Thai Chaiya o il thriller sanguigno con l'elegante Slice. In questo Take me Home prende di petto il genere horror.

Purtroppo non di prodotto particolarmente innovativo si tratta ma di un lavoro che rimanda direttamente ai film omologhi dei decenni precedenti, specie quelli del boom del nuovo millennio. E soprattutto l'inizio è così prevedibile da rendere quasi non credibili le eventuali previsioni narrative. Invece il percorso narrativo è esattamente quello che lo spettatore intuisce e dopo una prima parte tutto sommato articolata ne segue una seconda vuota che a brevi flashback esplicativi alterna lunghe sessioni di innalzamento di tensione e “effetto paura”. Efficaci senza dubbio, ma abbastanza sterili, a volte incomprensibili.

Il film funziona, è dato in mano alla star di Love of Siam, Mario Maurer, è ricco nella produzione ed elegante nella messa in scena. Ma il sentimento costante è di trovarsi di fronte ad un titolo di maniera, visto infinite volte e vuoto. La sensazione dello spettatore è la stessa del protagonista, perso in una casa vuota, spaesato di fronte ad eterni deja vu.

Una buona produzione quindi, ma per rinforzare e rinnovare il genere in patria serve sicuramente di più e di meglio.

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