The Assembly

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The AssemblyFeng Xiaogang, che si era imposto all’attenzione internazionale con The Banquet, sontuoso dramma in costume, torna con un film di guerra di grande successo, che doveva essere nelle intenzioni un film bellico di propaganda.  Il contesto è quello della Guerra Civile del 1948-49 in Cina, tra l’Esercito Popolare di Liberazione comunista e le forze nazionaliste del Kuomintang.

Il protagonista è Gu Zidi, a capo di un battaglione che dovrà resistere all’attacco nemico in una miniera di carbone abbandonata fino all’annientamento. La prima parte del film è una lunghissima scena di guerra e di combattimento estremamente sanguinosa, realizzata con grande efficacia realistica, tra esplosioni, ferite e atti di eroismo.

L’unico sopravvissuto della compagnia sarà Gu, che cercherà per il resto della sua vita di ottenere la riabilitazione e il riconoscimento del sacrificio dei suoi uomini, soprattutto del suo ufficiale politico, un ragazzo alla sua prima esperienza in guerra, l’unico che fosse in grado di leggere e scrivere e quindi scelto da lui per l’incarico. La chiave è il segnale di adunata, mai sentito da Gu, che continua la sua azione di resistenza contro le forze nazionaliste preponderanti. L’elemento più interessante del film è proprio la statura di antieroe, che non sconfina mai nell’agiografia, attribuita dal regista al personaggio di Gu, che nonostante qualche caduta retorica, è convincente nella sua tenacia e nella sua ostinazione. La sua lotta prosegue attraverso la Guerra di Corea e l’ascesa di Mao. Gu non difende un ideale politico, (importantissima a questo riguardo la scena del suo interrogatorio da parte dei funzionari del governo comunista), ma difende incredibilmente la memoria degli individui, di quegli uomini che erano con lui e che sono morti perché lui ha chiesto loro di non ritirarsi. E questo è rilevante soprattutto in una cultura e in un paese in cui la collettività viene sempre e assolutamente prima del singolo. Gu non smetterà mai di combattere riuscendo finalmente nel suo intento, quando ormai è anziano.

The Assembly è un film solido e sobrio, anche stilisticamente, non senza qualche lungaggine e un po’ difficile da seguire e valutare, soprattutto se non si conoscono perfettamente le vicende politiche cinesi dal dopoguerra in poi. Feng si destreggia come può per cercare di evitare di esporsi e di creare un film sgradito alla Repubblica Popolare, che sappiamo non è certo tenera in fatto di censura e di fatto si dimostra estremamente abile nelle scene di azione non spettacolari, ma aderenti il più possibile al vero.