The Grudge: Girl in Black

Voto dell'autore: 2/5

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Questo Girl in Black è il secondo di due film distribuiti in sala (seppur di un’ora l’uno) appartenenti ad una nuova serie del 2008 di Ju-On (The Grudge). Se già dello scetticismo ci era salito in merito al precedente capitolo, Old Woman in White, qui finalmente siamo giunti al capolinea. Ormai non ci si trova nemmeno più all’interno di una delle saghe horror più famose degli ultimi decenni, ma in un’operetta che sembra proprio uno di quei j-horror derivativi che uscivano quando facevano scintille i primi capitoli proprio di questa serie. Ormai la casa storica è una comparsa lontana (poche inquadrature in tutto, meno che nel predecessore) e del passato resta una comparsa inutile del bambino pallido, la vocina da turacciolo avvitato, la suddivisione in capitoli “nominali” secondo la rispettiva vittima e poco d’altro. Il resto è una sequela di imbarazzanti cose accatastate che vanno da gemelli siamesi, ad esorcismi e trucchi già utilizzati –e in meglio- in passato.
Meno complessa la riflessione sui vari blocchi scomposti da assemblare mentalmente onde avere restituita parte del tutto, meno suggestione, meno sangue, meno "Ju-On".
Anche la ragazza in nero che muta forma e dimensioni inspiegabilmente lungo il film appare per non più di un paio di scene quando tutto il resto è dato in mano al nulla.
Le uniche cose da notare sono la presenza come attrice in un horror della deliziosa Kago Ai, ex MiniMoni, una maggiore cura formale dell’episodio gemello, e la regia di Asato Mari, responsabile dell’interessante Boy from Hell, primo capitolo di una serie in video ispirata ai manga di Hideshi Hino e di Bilocation.

Tutto, il resto è noia, talmente ingiustificabile stavolta da non produrre attrattiva probabilmente in nessuno, nemmeno nei fans più affiatati o nel gusto di chi è a digiuno di J-Horror.