The Guard Post

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The Guard PostTra tutti gli horror del 2008, il più atteso era ovviamente il sudcoreano The Guard Post, ovvero il nuovo film di Kong Su-chang, regista di quel gioiello della paura che risponde al nome di R-Point.
Appare ormai evidente come questo regista e sceneggiatore si trovi a suo agio nell’unire gli orrori reali della guerra ad elementi soprannaturali propri del genere horror: se nel precedente R-Point ci si trovava di fronte ad una macabra storia di fantasmi dalla robusta atmosfera ma penalizzata da un plot inconsistente, in questa sua ultima fatica viene dato risalto ai risvolti angoscianti caratteristici di pellicole quali L’Invasione degli Ultracorpi o La Cosa.
Non si può infatti non pensare al capolavoro carpenteriano dinanzi a questi soldati costretti a rimanere di guardia in un remoto avamposto situato al confine tra le due Coree, quando un misterioso virus che rende le persone dei maniaci sanguinari inizia a farsi strada tra la truppa. Il regista è assai abile nel costruire un’atmosfera di palpabile tensione, anche se i continui balzi tra un piano temporale e l’altro (il film è costruito attorno a due gruppi di soldati) rischiano di creare più che altro confusione.
Ma forse è proprio per questo che The Guard Post riesce a frantumare tutte le certezze nella mente dello spettatore, rendendolo facile preda di una crescente sensazione di paranoia, la medesima provata dai personaggi di questo riuscito horror bellico.

Leggi l'intervista al regista.