The Yin Yang Master

Voto dell'autore: 3/5

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Uscito a poca distanza da Yin Yang Master: Dream of Eternity, e finito anch'esso su Netflix, cerchiamo subito di diradare la potenziale confusione. Yin Yang Master: Dream of Eternity era un film cinese ispirato ai romanzi giapponesi di Baku Yumemakura, e dalla saga intitolata Onmyoji. Dagli stessi volumi nel tempo sono uscite altre opere tra cui le più famose sono il dittico omonimo realizzato in Giappone tra il 2001 e il 2003 da Yōjirō Takita e intitolato in Italia The Yin-Yang Master. Il film di cui parliamo invece è ispirato ad un omonimo videogioco, Onmyoji, realizzato dalla cinese NetEase Games a suo volta tratto dagli stessi romanzi di cui sopra.

Le differenze con l'altro titolo cinese sembrano minime ma sono macroscopiche. Nonostante la totale differenza di narrazioni, storie, contesto, questo film è decisamente più vicino al cinema fantastico cinese contemporaneo e leggermente per un target più giovane. L'altro era un film più scritto e diverso da quanto già visto in materia. Questo si accoda invece allo stile di altre opere già note e fortunate, in primis la saga di Monster Hunt (Il Regno di Wuba).

Non necessariamente un difetto, tutti i citati sono onestissimi blockbuster popolari di assoluto intrattenimento. E sarà il fattore esotico, certo, ma anche questo film forte di una enorme carrellata di invenzioni, riesce ad evocare un senso del meraviglioso ormai quasi dimenticato e irreperibile nel cinema occidentale. Alcune sequenze sono irresistibili, sorprendenti, fonte cristallina di onesto candore infantile, mastodontiche sul finale. Anche solo gli effetti digitali votati alla realizzazione di città del passato, pegno pagato nei decenni anche da tanti maestri con effetti spesso poco convincenti, sono ormai arrivati a un livello così elaborato da riprodurre panoramiche di una straordinaria resa visiva. Il character design delle creature digitali è discontinuo ma a tratti di ottima riuscita, e le stesse creature regalano momenti sopra la media (come il primo scontro contro i tre furetti che odora molto di cinema di Hong Kong di un tempo).

I limiti, a differenza del prodotto gemello, sono nella narrazione, con una drammaturgia scheletrica, esilissima, nota, pochissimo originale, fortunatamente pregiata da un florilegio di idee mediamente riuscite. Come al solito, il lavoro da portare avanti dovrà essere sulla scrittura se la Cina vuole con queste prove di forza conquistare mercati che hanno dello stesso limite il loro maggiore punto debole.

Il film è uscito in coda al capodanno cinese del 2021 con buoni incassi ma non paragonabili a quelli degli impressionanti vincitori del botteghino locale, ed è poi stato diffuso sulla piattaforma Netflix.

Un piccolo segmento in animazione dopo i titoli di coda ne rivendica l'origine videoludica, regalando un finale aperto.