Ugly

Voto dell'autore: 4/5

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Anurag Kashyap è uno dei più interessanti registi indiani contemporanei con dei trascorsi decisamente rilevanti, dalla sceneggiatura del classico di Ram Gopal Varma, Satya, fino alla scrittura dei dialoghi dello Yuva di Mani Ratnam.
Dopo l'epopea gangsteristica in due parti Gangs of Vasseypur e l'antologico Bombay Talkies dirige questo Ugly, thriller teso e brutale di inaspettata ferocia. Anurag Kashyap sembra permettersi quello che raramente ci si è permessi nel cinema locale, primo tra tutti un nichilismo di fondo di rara intensità; impossibile l'empatia verso qualsivoglia personaggio del film che nel corso della durata riveleranno tutti ombre del proprio carattere e storia, sempre più macroscopici.
Rahul (Rahul Bhat) attore fallito e divorziato deve incontrarsi con il suo amico direttore di casting. Lascia per pochi minuti sua figlia in auto e questa viene rapita. Il sospetto (motivato) verso un venditore ambulante e il suo successivo decesso, investito da un veicolo, porta il protagonista a incrociare di nuovo la strada di Shoumik Bose (Ronit Roy), suo vecchio rivale, ora poliziotto violento e nuovo marito di sua moglie. La rivalità, la gelosia, l'avarizia, la richiesta di un riscatto; la metrica avanza e il film si fa corale inanellando decine di piste e di debolezze dei vari personaggi con false svolte, narrazioni parallele, flashback e la ricerca costante della bambina. Il finale sarà ovviamente traumatizzante ma sono i lati oscuri di ogni singolo personaggio a colpire di più in un film particolarmente cinico e beffardo.

Funziona alla perfezione Ugly colmando un gap di contenuti con il cinema più irruento del resto del mondo (il comitato di censura locale ha imposto solo delle scritte in sovraimpressione “didattiche” quando i personaggi fumano, come avviene comunemente nel cinema locale).

C'è da dire però che si tratta di un film modulare e quindi assolutamente estensibile a piacimento tanto che l'ultima ora sembra girare a vuoto in un vortice di micro storie anche confusionarie giusto per portare il minutaggio del film a compimento. Esclusa questa debolezza narrativa, Ugly si presenta a viso duro e sporco in pieno confronto con il cinema del resto del mondo uscendone a testa altissima e lasciando un'aura macilenta addosso allo spettatore.

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