Vampire Girl vs Frankenstein Girl

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Vampire Girl vs. Frankenstein GirlQuesto epocale scontro tra le versioni femminee e nipponiche di due mostri tradizionali dell’orrore non è poi così lontano dallo spirito originale degli analoghi occidentali. La volontà caciarona e la patina pop sono lì esattamente come erano presenti negli scontri tra Dracula, l’uomo lupo e Frankenstein degli anni ’70. La stessa scelta di colori saturi al limite dell’osservabilità, così come le musiche funk sulla falsa riga di quell’epoca che furono, la dicono lunga sull’intento programmatico dell’operazione.

Purtroppo nonostante la simpatia che queste operazioni si portano dietro non si può definire Vampire Girl vs Frankenstein Girl una pellicola riuscita. Troppi sono i difetti e il fatto che viaggi su due binari separati e a velocità diverse rende palese la differenza tra le capacità tecniche di Nishimura Yoshihiro e Tomomatsu Naoyuki. Da una parte infatti c’è il regista del confusionario e sbagliato in più di un senso Tokyo Gore Police e dall’altra c’è quello di quel gioiellino irripetibile del V-cinema dello scorso decennio che era Stacy: Attack of the Schoolgirl Zombies. Imparagonabili per molti versi, sebbene correlati per scelte artistiche e visuali, tra i due registi vi è una distanza incolmabile, nonostante l'innegabile debito delle nuove leve del gomma splatter nei confronti di quel cinema che è ampiamente rappresentato da Tomomatsu. Singolare da questo punto di vista osservare come il successo occidentale, soprattutto nordamericano abbia arriso agli emuli e non a quelli che erano all’origine di certo cinema. Vien quindi da pensare che sia proprio la perdita del lerciume e dello spirito punk sottinteso alle opere originarie che dava quel qualcosa di più al V-cinema del decennio precedente.

Forse il film stesso lo si può vedere così, come un omaggio dei nuovi registi della Nikkatsu ad un misconosciuto cineasta che però vanta la capacità di confezionare ottimi prodotti artigianali. Bisogna pur dire che il romanticismo femminile che Tomomatsu aveva già tratteggiato in Stacy: Attack of the Schoolgirl Zombies, si nota anche nella problematica e svampita vampiressa interpretata dalla bella Kawamura Yukie. Il suo modo di irretire il giovane protagonista uomo conteso dalla Frankenstein Girl è irresistibile e divertente. La rivale interpretata da Otoguro Eri (aka Elly) è una Gothic Lolita che vive nella zona territoriale della sua sottocultura giovanile, ben delimitata e tratteggiata, nel liceo parodistico, ma anche parossistico –volendo-, illustrato dai registi.

Un quadro ironico e folle della vita scolastica giapponese fa infatti da sfondo allo scontro sanguinario tra la vampira e la morta ri-assemblata dal padre a nuova vita dopo la sua prematura morte. C’è anche tempo nella sarabanda di macchiette e caratteri di far fare gettone presenza a quasi tutti gli attori che navigano per le produzioni della Sushi Typhoon. Da Izumi Cay (Tokyo Gore Police) che interpreta una delle studentesse ganguro a Boo Jijii (An enciclopedia of Unconventional Women) nel ruolo del gobbo servitore della vampira, passando persino per Eihi Shiina (Audition e nuovamente Tokyo Gore Police).

Il problema è che di questi quadri allucinati, grotteschi ed esagerati della vita scolastica giapponese ce ne sono tanti ed anche migliori come per esempio l’acclamata serie animata Sayonara Zetsoubo Sensei. Da questo punto di vista il film è veramente modesto al confronto. Certo non è brutto come lo si dipinge e continua imperterrito a disegnare nuove strade sulla mappa del cinema splatter moderno inaugurate dalle precedenti produzioni, ma fallisce probabilmente dal punto di vista più importante: quello dell’intrattenimento. Resta il dubbio se ne valesse la pena di assemblare assieme tante cose pur buone e ottenere quasi nulla in finale, se non far inarcare il sopracciglio allo spettatore più scafato.

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