Villa Estrella

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villa-estrellaAttendiamo sempre con un sensibile interesse ogni nuova opera del filippino Rico Maria Ilarde, se non dalla visione dell’acerbo, folle, ma stantio Woman of Mud (2000), almeno da quella dell’illuminante Beneath the Cogon (2005). Satellite laterale del cinema locale, indipendente di nascita e finalmente giunto ad una produzione per una “vera” casa di produzione; dotato di un’innata visione personale, coerente e ricorrente, radicata nel territorio ma velata da un respiro internazionale che raramente riesce ad emergere potentemente a causa di budget visibilmente minuti e di opere dirette in digitale dalla resa visiva assolutamente bassa. D’altronde Beneath the Cogon sembrava un Rodriguez a basso budget, con la sua foga e azione pulp frammista ad una svolta horror racchiusa in una casa abbandonata che non lo faceva sfigurare davanti ad un El Mariachi. E poi i suoi effetti speciali naif, dai baccelloni di Woman of Mud alla bella creatura di Beneath, a quella allucinata dell’episodio breve della raccolta Shake Rattle & Roll 2k5, Aquarium, fino a quella sensuale e vendicativa di questo Villa Estrella. E anche qui ritroviamo tutto quello che il regista ha raccolto e seminato finora; la perenne presenza dell’acqua (Aquarium), la classica casa maledetta custode di terribili segreti (Beneath the Cogon, Altar…), l’azione (Beneath the Cogon).
Attendevamo (da annunci e foto promozionali) a dire il vero da ormai parecchi mesi un nuovo annunciato film decisamente strano e più ricco intitolato Killdroid.

Troviamo invece a sorpresa Villa Estrella che è il nome di una zona residenziale (albergo, piscina, casetta sull’albero, ponti sul fiume) abbandonata prossima ad una sua riconversione capitalistica e globalizzata. Ana (Shaina Magdayao) è costretta da un ex fidanzato imposto dal padre alcolizzato di lei (collega in malaffare del padre del ragazzo) a finire nel luogo dove tutti sembrano conoscerla ma di cui lei non ha ricordi (ha dimenticato quasi del tutto gli anni della giovinezza). Nel frattempo qualcosa sembra vivere nella piscina abbandonata, un qualcosa che prontamente ghermisce ignari passanti. Intanto, apparizioni di fantasmi infantili, presenze, traffici loschi e speculazioni industriali oltre a segreti coperti e pronti ad emergere.

La considerazione era emersa già in passato ma la conferma arriva stavolta, ovvero quella che mostra Ilarde come una sorta di Pupi Avati filippino che scava nel proprio territorio utilizzando terrori personali e non necessariamente import/export. Certo, la metà degli spaventi sono previsti e poco onesti, ma il percorso sotterraneo che porta alla piscina con tanto di cadavere tumulato è sicuramente suggestivo. Inoltre, anche questa volta, il regista regala una particolare creatura sensuale inaspettata e del tutto surreale (tra balzi dall’acqua e vomitate di liquidi giallognoli).
Per farsi accompagnare in questa prova oltre a portarsi dietro alcuni fedelissimi (musiche e direttore della fotografia), alcuni mestieranti del genere (tra cui più di uno che ha lavorato al D’Anothers di Joyce Bernal) si è potuto permettere due stelline locali come attrici; Shaina Magdayao, bellissima e mediamente brava, e Maja Salvador (Sukob) altra star di limpidissima bellezza fisicamente simile per certi versi alla Maggie Q “hongkonghese”. Due star talmente note che non hanno nemmeno potuto presenziare alla prima del film a causa della loro assenza per impegni lavorativi (musicali) negli States.
Il film è stato prodotto dalla Star Cinema per celebrare i propri 16 anni di attività e ha debuttato al terzo posto al botteghino dopo Transformers e L’Era Glaciale 3.
Insomma, per chi già conosceva il lavoro del regista sarà una piacevolissima conferma notare come i segnali di un decennio fa stiano donando dei buoni risultati. Per gli altri si potrà trattare necessariamente di una piacevole sorpresa o una inspiegabile delusione.