Zuma

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zumaIl semi Dio Zuma, forma umanoide, alto, statuario, muscoloso, dalla pelle verde, senza capelli, nudo (coperto solo da una striscia di pelle nelle zone intime) e con due serpenti giganti che gli sbucano dai lati del collo. Una figura assolutamente pittoresca del fantastico filippino (e asiatico tout court), tratta da un fumetto di Jim Fernandez. Violento, affamato di sesso e sangue, figlio del dio serpente Kukulkan e imprigionato in una piramide azteca sepolta. Apparentemente indistruttibile, tentano di abbatterlo a colpi di armi da fuoco, con armi da taglio, con i cannoni di un carro armato, addirittura investendolo con uno schiacciasassi, invano.

Una spedizione di archeologi lo risveglia e libera dalla piramide. Zuma inizia a vagare per i villaggi locali stuprando e uccidendo. Ogni attacco è sorprendentemente ardito per l’anno di produzione; non tanto per le ripetute sequenze di sesso e per i continui seni in mostra, quanto per le scene splatter, con decapitazioni, toraci sfondati e trapassati da serpenti, cuori estirpati. Una delle giovani stuprate dà alla luce una bambina, Galema, anch’essa dotata di due serpentelli sulle spalle che in età adulta cercherà di celare all’interno di due lunghe trecce di capelli. Allevata da un archeologo, si schiererà dalla parte dei “buoni” ripudiando la violenza e accompagnando una lotta contro il suo stesso padre.

La saga terminerà nel sequel prodotto nell’anno successivo.
Particolarmente sentito in patria (anche dai ragazzini) e con schiere di fan sparsi per il globo, Zuma è un (anti)eroe assolutamente anomalo e riuscito, sorta di risposta filippina ma al contempo precursore di tanti villain di horror occidentali. Ingenuo quanto si vuole, annegato nella gomma degli effetti ma assolutamente convincente, finanche coinvolgente, nella sua furia funambolica di creazione del meraviglioso.
Max Laurel, un ex giocatore di basket interpreta Zuma nei due capitoli mentre Galema sarà impersonata da due attrici diverse (in questo film da Snooky Serna). Anche alla regia dei due capitoli, due diversi registi (in questo caso Jun Raquiza).
Sul finale Zuma sarà di nuovo sepolto. Ma per poco.