Liu Chia-Liang - Capitolo 1


Liu Chia-liang_2Capitolo 1: Il Maestro delle Arti Marziali

 

Liu Chia-Liang purtroppo non gode della fama mondiale che spetterebbe ad un regista ed autore di pietre miliari come The 36th Chamber of Shaolin, Dirty Ho, Legendary Weapons of China o The Eight Diagram Pole Fighter, ovviamente se escludiamo gli appassionati del genere.

Ma sia ben chiaro che merita la stessa considerazione di King Hu o Chang Cheh.

Nel 2005, noi di AF siamo pronti a scommetterci, si tornerà a parlare di Liu. Questo perché finalmente, il più grande regista di kung fu movies di tutti i tempi, tornerà di nuovo in azione come attore e coreografo in Seven Swords di Tsui Hark.

Liu Chia-Liang (in cantonese Lau Kar-leung) nasce nel 1936 a Guangzhou, nella provincia di Canton. All´età di sette anni inizia a studiare le arti marziali sotto la guida del padre Liu Chan, appartenente alla scuola Hung Gar (e il cui maestro Lin Shi-yung, aveva studiato presso il vero Wong Fei-hung !), mentre la madre era discepola della scuola Wing Chun. (in entrambi i casi si tratta di stili di combattimento del Sud - le arti marziali sono divise in southern e northern styles, praticate per l´appunto nei due monasteri shaolin al nord e al sud del paese). Questa influenza dell´ambiente familiare sui film di Liu é uno dei maggiori segni distintivi rispetto a registi come Chang Cheh, King Hu, Wang Yu o Lo Wei - egli é veramente un esperto di kung fu e lo stile Hung Gar sarà ampiamente celebrato nei film del regista.

Nel 1948 la famiglia si trasferisce ad Hong Kong, dove il padre continua ad insegnare le arti marziali, ma su insistenza di alcuni amici (cantanti dell´opera cantonese) entra nell´industria cinematografica. Chia-Liang, insieme al fratello Chia-yung (Lau Kar-wing), accompagna spesso il padre ed a 15 anni fa le prime piccole apparizioni.

Bisogna ricordare che in quel periodo le performance marziali erano eseguite da attori senza nessuna preparazione specifica, mentre i veri martial artists, come il padre di Liu, erano relegati a ruoli secondari. I combattimenti (spesso senza un vero contatto fisico !) avevano perciò sempre una certa parvenza teatrale che rendeva il risultato sullo schermo estremamente artificiale.

La situazione cambia quando alcune scuole marziali si riuniscono e decidono di produrre un film sul mitico Wong Fei-hung, interpretato esclusivamente da martial artists. L´incredibile successo della prima pellicola dà il via ad una serie che nel 1979 conterà ben 85 film (interpretati quasi tutti dallo stesso attore Kwan Tak-hing). Da quel momento in poi il padre sarà una presenza fissa nei film della serie in veste di attore-coreografo interpretando Lin Shih-yung (vedi sopra), mentre i due fratelli compaiono in ruoli minori. In questo periodo Liu conosce anche Tong Kai (Tang Chia), altro celebre coreografo e la cui importanza è tale da rendere necessaria un futura approfondita analisi.

Nel 1963 South Dragon, North Phoenix lo vede per la prima volta responsabile delle scene di combattimento. Il film seguente Jade Bow (1966) di Cheung Yam Yim é un successo notevole e le coreografie di Liu (e Tong) sono talmente innovative che la Shaw Brothers decide di ingaggiarli a tempo pieno. Da li a poco entrano nella cerchia dei collaboratori fissi di Chang Cheh. Liu era responsabile per le coreografie dei combattimenti a mani nude, mentre Tong si occupava soprattutto delle scene che prevedevano l’uso di armi. E’ giusto sottolineare che nella maggior parte dei film i due collaboravano strettamente e che il merito per le bellissime coreografie va attribuito ad entrambi (non per niente il loro percorso formativo è molto simile).

Il loro debutto "ufficiale" avviene con Golden Swallow (1968), anche se avevano già lavorato l´anno precedente in Trail of the Broken Blade e The One Armed Swordsman.

Poco dopo l’accoppiata Chang - Liu/Tong domina il boxoffice e crea alcuni dei migliori wuxia della storia.

Chang Cheh affida ai due le coreografie di una lunga serie di film, che include classici come Heroic Ones (1970), Boxer from Shantung (1972), The Water Margin (1972) e Blood Brothers (1973). Le coreografie di Liu in questo periodo sono perfettamente funzionali ai film ed alle esagerazioni quasi supereroistiche di Chang.

Con The Chinese Boxer (1970) e i film di Bruce Lee, però il combattimento a mani nude entra prepotentemente nei favori del pubblico. Cosi viene chiesto a Liu di trovare una risposta adeguata alla nuova moda ed egli suggerisce l´idea di dedicarsi alla storia del monastero shaolin e delle rispettive tecniche.

Heroes Two (1974) e Men from the Monastery (1974) sono i primi di una lunga serie di film, incentrati sulla storia Shaolin, diretti da Chang Cheh (quasi tutti coreografati da Liu e di cui il migliore forse é Five Shaolin Masters, sempre del ´74). Liu in questo periodo allarga ulteriormente le sue conoscenze della storia Shaolin facendo approfondite ricerche e ponendo la base per i suoi capolavori a venire, film con un tema ricorrente alla base: la divulgazione della storia, delle tecniche e della spiritualità della arti marziali.

Nel 1975 dirige ancora le scene di combattimento in Disciples of Shaolin, ma in disaccordo per il sempre più forte accento sulla violenza  si separa definitivamente dal suo mentore dopo il fiasco di Marco Polo (1975), andando per la propria strada (Liu ha sempre dato molta importanza al lato comico, restando lontano dall´ultra-violenza dei film di Chang, se si esclude The Eight Diagram Pole Fighter).

Liu, a questo punto, scontento del solo ruolo di coreografo e deluso dai mediocri incassi dei kung fu movies del periodo decide di lasciare la Shaw Brothers e il cinema, per aprire una scuola di arti marziali in America. Fortunatamente per tutti Mona Fong, presidente esecutivo della Shaw Brothers, riesce a trattenerlo offrendogli di dirigere il suo primo film.

E cosi nel 1975 esce Spiritual Boxer, che anticipa la moda delle commedie kung fu di ben tre anni, ponendosi in totale antitesi rispetto alla violenza dei film di Chang Cheh. Il film (ma a dire il vero tutto il sottofilone) rappresenta lo studio delle arti marziali in maniera meno estrema e aggiunge una certa leggerezza ed ironia non presente nelle pellicole del periodo. Gli incassi superano i due milioni di HK$ ed é l´inizio di una lunga serie di successi.

Spiritual Boxer, pur essendo un´ottimo film, é inferiore ai suoi capolavori a venire, ma ha il merito di ispirare altri maestri del genere come Sammo Hung, Yuen Woo Ping e Jackie Chan, che sfonderanno da li a poco. Soprattutto però anticipa alcune delle maggiori caratteristiche del cinema di Liu, come il prologo storico-istruttivo, il rapporto stretto tra maestro e discepolo, la demistificazione delle arti marziali. Dal punto di vista tecnico si può già notare la chiarezza e fluiditá nella messa in scena dei combattimenti, nonostante la complessità delle coreografie.

Nel 1976 dirige Challenge of the Masters, che segna il debutto nei film del regista del fratellastro Gordon Liu (Liu Chia-hui / Lau Kar-fai), presenza quasi fissa con venti apparizioni. Con questa pellicola viene prepotentemente alla luce un’altra delle caratteristiche di Liu, ossia il fatto di prendere un concetto tradizionale (ed abusato), e reinterpretarlo, facendolo sembrare nuovo. In questo caso, persino la giovinezza dell´eroe nazionale Wong Fei-hung.

In Challenge of the Masters recita anche Chen Kuan Tai, che interpreta il ruolo principale nel film seguente Executioners from Shaolin, datato 1977. Il tono é decisamente più cupo rispetto ai primi due film e si concentra soprattutto sulle relazioni interpersonali (altro aspetto ricorrente da tenere a mente), oltre a descrivere la creazione della tecnica Hung Gar. Liu esce definitivamente dalla massa di registi della Shaw Brothers, per entrare in quella ristretta degli autori. Inoltre in questi primi film riunisce intorno a se un gruppo di interpreti con cui lavorerà molto nei prossimi anni e che comprende, oltre ai su citati, Kara Hui, Hsiao Hou, Lo Lieh, Wong Yue, Lily Li e l´altro fratello Liu Chia-yung.

É peró il 1978 l´anno in cui, Liu cambierá per sempre la storia del genere con l´immenso The 36th Chamber of Shaolin. Questo film é, per chi scrive, non soltanto il suo capolavoro, ma anche il miglior kung fu movie in assoluto e con il quale egli diventa giustamente uno dei registi di punta del genere. Per lui il cinema è al servizio delle arti marziali e con questo film lo dimostra chiaramente. Una specie di manifesto della filosofia e degli aspetti principali del suo cinema: pazienza e perseveranza, sofferenza, ma anche eticità e soprattutto umanità. Gordon Liu con la sua interpretazione strepitosa del monaco San Te diventa la star assoluta del genere.

Ma Liu non si ferma qui e dirige nello stesso anno, prima Shaolin Mantis con David Chiang per la prima ed unica volta in un film del regista, e poi un’altra perla del genere come Heroes of the East (meglio conosciuto come Shaolin challenges Ninja), in cui le arti marziali cinesi si scontrano con quelle giapponesi.

Il 1979 si apre con il seguito Spiritual Boxer 2, film piacevole, ma che non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto fino a questo momento. Se ora poteva esserci chi pensava che Liu si fosse accomodato su posizioni sicure si sbagliava di grosso. Il seguente Dirty Ho (1979) è un capolavoro crepuscolare e pessimista, nel quale Liu porta alla perfezione la sua capacità di descrivere i personaggi semplicemente attraverso il movimento. Commercialmente però si rivela una delusione tremenda, che rappresenta la prima botta d’arresto per il regista dopo anni di successi.

Liu ritorna a toni più leggeri con Mad Monkey Kung Fu, in cui interpreta il ruolo principale, ma anche qui i risultati al botteghino deludono. Sono i primi due, dopo sette film, a non risultare nella top ten del boxoffice di Hong Kong, oltre ad essere un segnale per il lento degrado commerciale della Shaw Brothers.

Sia ben chiaro però che, indipendentemente dagli incassi, per i film di questo periodo si sta parlando di, nella peggiore delle ipotesi, ottimi film di arti marziali, se non di capolavori assoluti del genere. I gusti però stavano lentamente cambiando, cosi come la posizione della stessa Shaw Brothers. La concorrenza di Jackie Chan si faceva sempre più pesante. Nel 1979 inoltre escono i primi film della New Wave hongkonghese. Il passaggio stava per realizzarsi, solo che ancora nessuno ne era consapevole.

Il regista va sul sicuro con Return to the 36th chamber (1980). In realtà si tratta di un seguito apocrifo in cui Gordon Liu interpretà un piccolo delinquente che si fa passare per il monaco San Te. Nel 1980 Liu ritorna anche ad occuparsi delle coreografie nel film di un altro regista, Clan of the White Lotus, seguito-remake del suo Executioners from Shaolin, diretto da Lo Lieh.

Nel 1981 gira My Young Auntie, un kung fu contemporaneo, interpretato dall’allora compagna di vita Kara Hui. La Hui con la sua interpretazione si aggiudica il premio per la migliore attrice agli Asian Awards di quell’anno. Segue l’ottimo Martial Club (1981) in cui Gordon Liu, dopo Heroes of the East, ritorna nel ruolo di Wong Fei-hung. Gli ultimi 15 minuti sono in assoluto tra le cose migliori girate dal regista.

Con questi due film l’ironia, sempre presente in Liu, si fa più critica. La sua è una denuncia dell’occidentalizzazione delle tradizioni orientali. L’impotenza delle arti marziali nei confronti della modernità è ormai un fatto compiuto.

Il maestro ritorna al massimo della forma l’anno dopo e gira il capolavoro che è Legendary Weapons of China (1982). Considerato da molti il miglior kung fu movie “vecchia scuola” di sempre, il film è una summa di tutto il cinema di Liu, che inoltre interpreta il ruolo principale, scrive la sceneggiatura ed è responsabile delle splendide coreografie. Insieme a lui ci sono anche i due fratelli, oltre al nutrito gruppo dei soliti noti (vedi sopra). Chiude poi l’anno con la commedia Cat Vs. Rat (1982), interpretata da Alexander Fu Sheng.

Dopo The Lady is the Boss (1983), una specie di variante di My Young Auntie, sempre con Kara Hui, gira quello che è considerato il suo ultimo capolavoro e il film che chiude l’era dei kung fu prodotti dalla Shaw Brothers. Cupo, violento, disperato The Eight Diagram Pole Fighter (1983) è anche l’ultimo film del grande Alexander Fu Sheng, che muore a metà riprese in un incidente stradale. Sicuramente l’opera di Liu che più si avvicina al cinema del suo mentore Chang Cheh.

Probabile anche, tra i due film, le regia di Shaolin and  Wu Tang (1983 - sicuramente produce ed è responsabile delle coreografie), ma attribuito da alcune fonti al fratello Gordon Liu. Purtroppo in questo momento non ci sono conferme attendibili a riguardo. Comunque sia, i fratelli Liu hanno sempre considerato questo film il vero seguito di The 36th Chambers of Shaolin.

 

Ritratti:

 

RECENSIONI (in ordine alfabetico)

Aces go Places V – The Terracotta Hit

Cat Vs Rat

Challenge of the Masters

Dirty Ho

Disciples of the 36th Chamber

Drunken Monkey

The Eight Diagram Pole Fighter

Executioners from Shaolin

Heroes of the East

Legendary Weapons of China

Mad Monkey Kung Fu

Martial Arts of Shaolin

Martial Club

Return to the 36th Chamber

Shaolin Mantis

The 36th Chamber of Shaolin

Tiger On The Beat

Tiger On The Beat 2