CLASSIFICA: IL MEGLIO DEL 2021 IN ASIA
Annata forse meno stimolante questa, ma in realtà appoggiando i titoli ci sono oggetti di alto livello, come sempre, magari più difficili da trovare, scoprire, reperire, tra rimandi causa Covid e disavventure varie del mercato. Molti provengono dall'ultima edizione del Far East Film Festival di Udine che -come detto nel report- quest'anno è stato più affine all'autorialità, proponendo molti titoli di rara caratura. Alcuni quindi sono recuperi tardivi, alcuni ancora non li abbiamo visti, ma soprattutto stavolta non ci proviamo nemmeno a inseguire l'esaustività. Questi sono i titoli che più ci hanno convinto, più stimolanti, più innovativi, che più ci hanno emozionato. Un numero a caso, seguito da altre cose che ci hanno intrattenuto, emozionato e che ci sentiamo di consigliare. Mancano anche dei titoli "grandi". Lo sappiamo. Non erano nelle nostre corde. Buffo appurare come nonostante la crisi di idee del cinema giapponese, i titoli di questo paese abbondino, mentre non c'è un titolo dalla Corea del Sud che è la nazione attualmente più corteggiata dall'occidente. Come ogni anno, buona lettura di questo piccolo, stupido gioco pieno di emozioni e ricordi.
LIMBO (Soi Cheang, Hong Kong)
Soi Cheang torna al genere e ai fasti dei suoi Love Battlefield e Dog Bite Dog, con un prodotto riuscito, a tratti sconvolgente e sorprendente, magari non perfetto ma che lascia davvero qualcosa dentro.
FAN GIRL (Antoinette Jadaone, Filippine)
L'assoluta sorpresa più indipendente dell'anno arriva (di nuovo a dire il vero, dopo L'Edward dello scorso anno) dalle Filippine. Un film piccolo ma estremamente di polso che non cade mai nell'ovvio e nella retorica, non scivola mai dalla rotta e che avanza sicuro e radicale fino alla fine.
ONE SECOND (Zhang Yimou, Cina)
Zhang Yimou si allontana fortunatamente dai blockbuster e dagli effetti roboanti verso un cinema intimo, più silente, composto, in cui il suo talento emerge prepotente. Un omaggio al cinema fatto di Cinema.
MY MISSING VALENTINE (Chen Yu-hsun, Taiwan)
Commedia, dramma, paradossi temporali, effetti, budget robusto, cinema dell'intrattenimento intelligente e sentito. Il miglior cinema popolare arriva da Taiwan.
DRIVE MY CAR (Ryusuke Hamaguchi, Giappone)
Il nuovo nome coccolato da critica e pubblico d'essai tutto, esce quest'anno con due film che fanno il botto ai Festival ed escono anche in Italia.
WIFE OF A SPY (Kiyoshi Kurosawa, Giappone)
Kurosawa è magistrale anche quando fugge la maniera e dirige prodotti lontanissimi da quelli che l'hanno reso famoso. Potenzialmente un film da grande pubblico, nella realtà un suo oggetto estremamente personale e sperimentale.
MIDNIGHT SWAN (Eiji Uchida, Giappone)
C'è poco da ridere in questo dramma troppo spesso ridotto ad una visione monotona che ne disvela una solo componente (quella della transessualità), quando ci stanno infiniti altri livelli dentro di disperazione e nichilismo.
SHEEP WITHOUT A SHEPHERD / DRISHYAM 2 (Sam Quah / Jeethu Joseph, Cina / India)
Facciamo un medley citando il sequel originale indiano (Drishyam 2) e il remake cinese del primo capitolo. Due prodotti diversi ma simili, dei thriller ad orologeria in stile spagnolo che funzionano, intelligenti e con una gestione della narrazione sapiente. Ottimo cinema popolare.
JIANG ZIYA (LEGEND OF DEIFICATION) / NEW GODS: NEZHA REBORN (Teng Cheng, Li Wei / Zhao Ji, Cina)
Altro medley con due film di animazione cinesi, legati da un tema comune (le divinità locali). L'animazione sta diventando ormai da anni l'ennesima prova di forza della cultura popolare cinese. Grande senso del meraviglioso e dell'azione, narrazione sapiente, ottimo intrattenimento, grandi speranze per il futuro.
ALTRE MENZIONI
Recupero tardivo: Siblings of the Cape (Shinzo Katayama, Giappone)
Il nostro guilty pleasure: Detective Chinatown 3 (Chen Sicheng, Cina)
A tratti non ci si crede: The Battle at Lake Changjin (Chen Kaige, Tsui Hark, Dante Lam, Cina)
E altri titoli graditi:
Time (Ricky Ko, Hong Kong)
Go Seppuku Yourselves (Toshiaki Toyoda, Giappone)
Pushpa: The Rise (Sukumar, India)
Beyond the Infinite Two Minutes (Junta Yamaguchi, Giappone)
Dwelling in the Fuchun Mountains (Gu Xiaogang , Cina)
My Blood & Bones in a Flowing Galaxy (Sabu, Giappone)
Raging Fire (Benny Chan, Hong Kong)
Shock Wave 2 (Herman Yau, Hong Kong)
A Writer's Odyssey (Lu Yang, Cina)
Last of the Wolves (Kazuya Shiraishi, Giappone)
The Yin-Yang Master: Dream of Eternity (Guo Jingming, Cina)
Leaping Over the Dragon Gate (Xiao Yifan, Cina)
Woman of the Photographs (Takeshi Kushida, Giappone)
E in fin dei conti: ma quanto sono buffe quando si picchiano in quel caos gratuito e storto di Office Royale (Kazuaki Seki, Giappone)?