Guida al cinema di Tsui Hark: le produzioni in 7 titoli + bonus


Questa lista è speculare e completa quella relativa alle regie del maestro Tsui Hark, una delle figure più importanti del presente cinematografico in relazione all'evoluzione del linguaggio cinematografico internazionale. A livello locale, come vedremo, ha invece rinnovato e reinventato tutti i maggiori generi dell'industria cinematografica hongkonghese. I titoli citati sono tutti di produzioni di Tsui ma non diretti, almeno ufficialmente, da lui.

 

 

1- A Better Tomorrow (John Woo, 1986). Dopo un buon decennio di giri a vuoto e fortune alterne, Woo si vede prodotto un film molto sentito. Reinventa il noir balistico raccontando al mondo come realizzare una sparatoria nei 30 anni successivi. Vede la sua carriera finalmente lanciata nell'olimpo dei grandi e fonda una trilogia immortale e indimenticabile (il cui terzo capitolo è diretto dallo stesso Tsui) che ha fortemente segnato il cinema di Hong Kong.

 

 

 

2- A Chinese Ghost Story (Ching Siu-tung, 1987). L'anno successivo Tsui fa la stessa cosa con il genere fantasy, lanciando la carriera di un regista che è anche uno dei maggiori coreografi della storia del cinema. Una trilogia fortunata di qualità continua che avrà anche una versione animata nel 1997.

 

 

 

 

3-Swordsman (AAVV, 1990). Dopo il noir e il fantasy tocca al wuxia essere rinnovato (Tsui terrà per sé il kung fu movie con la saga di Once upon a Time in China). Film sfortunato nella produzione, doveva essere diretto dal maestro King Hu ma finirà per essere toccato dalle mani di molti diversi registi. Sarà comunque primo capitolo di un'altra trilogia fortunatissima che lancerà anche la carriera dell'attrice Brigitte Lin e che raggiunge forse l'equilibrio tra le parti (azione e melodramma) nel secondo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4-New Dragon Gate Inn (Raymond Lee Wai-Man, 1992). In coda del periodo fortunato dei wuxia questo film (remake di un classico di King Hu) ne è una delle versioni più furiose ma raffinate e che ancora oggi mantiene intatto il suo fascino. Venti anni dopo Tsui ne dirigerà un sequel.

 

 

 

 

 

5-The Wicked City (Peter Mak Tai-Kit, 1992). Ispirato ad un romanzo e un anime giapponese, raro esempio di fantascienza locale, The Wicked City è uno dei punti più alti ed elaborati di quel metodo che Tsui ha contribuito ad elaborare per la costruzione del "meraviglioso" con mezzi di fortuna e budget ridotti. La fotografia lisergica, acidissima di Andrew Lau è ancora estremamente efficace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6-Black Mask (Daniel Lee Yan-Kong, 1996). Azione a livelli altissimi e liberi, gran cast, sorta di cinecomics d'antan, edito anche in Italia. Film profondamente di ispirazione anche per l'occidente tant'è che se ne annusano elementi anche dentro Matrix. Ha dei sequel meno riusciti e diverse edizioni più o meno complete.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7-Master Q 2001 (Herman Yau, 2001). Non un film epocale ma un inusuale tentativo di fondere personaggi live action con creature digitali, esperimento all'epoca poco tentato. Tratto da uno storico fumetto locale, alla regia il veterano Herman Yau.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giunti a questo punto della lista dobbiamo fare una pausa. Ci troviamo di fronte a diversi titoli di pari importanza o livello che allungherebbero la nostra lista facendole superare i 10 titoli. Abbiamo deciso quindi di fermarci ai 7 fondamentali sopra e citare solamente altri film di una certa importanza, magari non ai livelli di incisività di quelli già citati.

 

Visto il successo dei film di Woo, Tsui continua ad esplorare il genere (oltre a produrre il capolavoro The Killer, dello stesso Woo) producendone versioni e visioni distanti tra loro a molteplici registi. Spesso il livello qualitativo è altissimo. Si va dall'azione furiosa e quasi cartoonesca del The Big Heat (1988) di Johnnie To e Andrew Kam Yeung-Wa, al più viscerale Gunmen (1988) di Kirk Wong, passando per il curioso Just Heroes (1989), girato a quattro mani da John Woo e Wu Ma fino al fumettistico The Raid (1991) di Ching Siu-tung.

Allo stesso modo si muove nei territori del wuxia e del kung fu movie. Con l'interessante The Magic Crane (1993) di Benny Chan Muk-Sing, in cui recita la divina Anita Mui, all'ottimo Iron Monkey (1993) di Yuen Wo-Ping, in cui recita un giovane Donnie Yen, The Rape of the Red Temple (1994) di Ringo Lam, insospettabilmente distribuito anche in Italia in tempi non sospetti.

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel mezzo, diversi titoli di una certa rilevanza appartenenti a generi e registi differenti: I Love Maria (1988) di David Chung Chi-Man, assurda fantascienza, commedia e commistione totale di generi con Tsui nei panni di attore, l'ottima commedia romantica The Diary of a Big Man (1988) del veterano Chor Yuen, Web of Deception (1989), strano thriller sorprendente diretto da David Chung Chi-Man, l'affascinante fantasy A Terra-Cotta Warrior (1989) di Ching Siu-tung in cui recitano Gong Li e -soprattutto- Zhang Yimou, il pomposo dramma storico Shanghai Grand (1996) di Poon Man-Kit con cast stellare (Andy Lau, Leslie Cheung...).

 

Le produzioni dal 2000 al 2015 sono irrilevanti. Delle produzioni "recenti" l'unico sussulto positivo è arrivato da Sword Master (2016) di Derek Yee Tung-Sing.