Dragons Forever - Il Cinema di Azione e Arti Marziali


Dragons ForeverIndice Generale:

-Introduzione
-Il cinema Marziale
-Soia-western: il cinema di Kung Fu
-Bruce Lee: la leggenda del piccolo drago
-L'ultimo combattimento di Chen
-Guerrieri americani
-Facce dipinte
-Sez and zen and bullet in the head: il nuovo cinema di Hong Kong
-Come ombre nella notte
-Fiori velenosi, bambole mortali e angeli d'acciaio: il cinema marziale al femminile
-Duro da uccidere
-Per vincere domani: il cinema per gli adolescenti
-Jean-claude Van Damme, muscoli da Bruxelles
-Il nuovo cinema marziale americano
-Il figlio del drago
-Draghi per sempre
-Nota dell'autore
-Bibliografia

Dragons Forever è un testo che, nel bene o nel male, è composto da una moltitudine di anime diverse. Non segue una direzione unitaria e organica, ma continua a saltare da una cinematografia all’altra, da un oggetto di analisi all’altro, variando registro e metodi anche se accomunati spesso da un'unica direzione di approccio. Al contempo si presenta come un testo “nostalgico”; sembra quasi piombare nelle librerie direttamente dal decennio scorso. Ma andiamo con ordine.

Il sottotitolo questa volta è abbastanza esplicativo del contenuto del volume ovvero “il cinema di azione e arti marziali”. Sappiamo bene come sia difficile riuscire ad organizzare un materiale così ampio e frastagliato (finanche etereo) ma nelle quasi 350 pagine l’autore riesce nonostante tutto a dare un’idea valida e “verosimile” della vastità dell’argomento trattato. Il testo, infatti, si muove visitando e affrontando cinema occidentale (soprattutto statunitense) e cinema asiatico (specialmente hongkonghese e giapponese ma toccando anche altri territori ormai obbligatori) utilizzando spesso un approccio specificatamente marziale nel giudizio e nell’avvicinamento al film. Se la validità del metodo è assai discutibile è però forse l’elemento più interessante e originale del volume, ossia l’affrontare i film relativamente alla verosimiglianza, validità, spettacolarità della componente marziale messa in scena contestualizzandola spesso nella storia, cultura, generi, stili delle reali arti marziali. In questo senso l’autore dimostra di possedere competenze specifiche e valide anche quando con estrema libertà di pensiero (invidiabile in questo senso) si muove alternando classici del cinema di Hong Kong a paccottiglia straight to video USA, da Tsui Hark a Steven Seagal, da Woo a Chuck Norris, segnalando anche spesso caratteristi, allenatori, coreografi, atleti, maestri occulti di tanto cinema marziale statunitense che –a ragione o torto- poco è stato oggetto di studi approfonditi fino ad oggi. Purtroppo a causa dell’ampio campo di esame adottato, l’organicità del volume è talvolta compromessa e troppo frammentaria, sovente poco approfondita (mi viene in mente un capitolo intitolato “New Wave” e in cui l’unico film citato è Tiger on the Beat); si viaggia a 100 l’ora dal cinema di ninja a Van Damme, da lunghi capitoli che indagano sul decesso di Bruce Lee evocando mitologie esoteriche alle women with guns, dal wuxia a Sonny Chiba, dai film tratti dai manga e videogiochi agli Shaw Brothers.

Il testo è una riedizione aggiornata di un altro volume sempre di Stefano Di Marino uscito un decennio fa e intitolato Bruce & Brandon Lee, i Segreti del Cinema di Arti Marziali; l’autore dichiara un’opera di riedizione, riscrittura, aggiornamento e completamento. Il limite però è che molte notizie e la loro “freschezza” rimane quella di dieci anni fa, mentre sia a livello di fonti che di teorie e analisi, in appena dieci anni si è susseguita una forte spinta culturale di diffusione e reperimento anche degli stessi testi filmici. Per questo motivo il volume sembra quasi arrivare dal decennio scorso perché alcuni titoli, dati e teorie sono rimaste quelle di allora, con qualche refuso e qualche eccesso di entusiasmo. Ma è un’ottima occasione questa magari per un lettore più giovane di immergersi in quell’atmosfera frizzante, entusiasta e spesso poco obiettiva vissuta nel periodo della riscoperta del cinema di Hong Kong, quando i testi più attendibili sembravano quelli, riletti oggi abbastanza deliranti, scritti dai fanzinari inglesi e statunitensi, periodo che magari un lettore novello non ha potuto assaporare. Infine, nonostante tutto, anche a causa del limite delle pagine a disposizione, il periodo analizzato rimane sempre quello più o meno noto e classico, ovvero fine ’70, gli ’80 e l’inizio dei ’90. Certo, ci sono riferimenti al passato e dei capitoli sul nuovo cinema post landover e le new wave coreane e thailandesi, ma ovviamente sono trattati en passant senza un adeguato approfondimento.

Si tratta quindi di un testo assolutamente tematico e destinato idealmente ad un pubblico ben definito; se si cerca un testo di partenza per la scoperta di certo cinema o si è direttamente appassionati del cinema marziale come espressione delle reali arti atletiche relative (quindi ideale per spettatori magari praticanti) il volume si rivela come un ottimo acquisto. Non è forse il testo più adatto invece per approfondimenti organici e cinematografici specifici, per teorie critiche approfondite e aggiornate.

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Da un esperto di arti marziali e maestro dell’action thriller, storia, retroscena e personaggi del cinema orientale. La filosofia e i miti del cinema di kung-fu da Bruce Lee a Jackie Chan a Jet Li, le origini del fantasy asiatico alla base del successo de “La tigre e il dragone”, le pellicole noir di John Woo e Tsui Hark…e ancora film di samurai, yakuza movies, le nuove tendenze del cinema asiatico: dalla Cina (con furore) ma anche dal Giappone, dalla Corea, dalla Thailandia. Un viaggio esotico in un mondo a cui oggi fanno inevitabilmente riferimento anche registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez.

Stefano Di Marino, nato a Milano, è autore di decine di romanzi fra thriller e avventura, tra cui Ora zero (Editrice Nord, firmato con il suo nome), la saga “Il Professionista” (Segretissimo Mondadori e Tea, con lo pseudonimo Stephen Gunn), il ciclo “Vlad” (Segretissimo, come Xavier LeNormand). Ha viaggiato in Oriente per vent'anni, scritto vari saggi tra cui E nel cielo nuvole come draghi (Touring Club) e curato collezioni di cinema in vhs e dvd. Il suo sito è http://www.sdmactionwriter.com.