Antoo Fighter

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Antoo FighterL’estrema vitalità del cinema di genere Malese contemporaneo è innegabile; wuxia sontuosi (La Principessa del Monte Ledang), horror (Chermin) e supereroi (Cicakman). Questo Antoo Fighter è una sorta di versione locale dei Ghostbusters ibridata ad altri elementi più o meno personali.
C’è il gruppo di goffi cacciatori di demoni dotati di emettitori di flussi e i nemici capitanati da una sorta di Dracula nostrano e una ciurma di creature di svariata cultura; vampire, diavoli, cadaveri saltellanti cinesi. I nostri eroi sfoggiano divise avveniristiche, veicoli in tema e armi suggestive. Ci viene offerto anche uno scontro tra un kaiju monocolo e un robot gigante interamente sviluppato in digitale (sequenza mediamente inutile). E poi tonnellate di alternamente riusciti effetti in computer grafica. E’ il cinema di genere popolare malese, fatto di prove di forza e ricchezza ostentata, comicità non sempre convincente che strappa sorrisi con battute becere e si muove su territori infantili come tante vecchie risate cantonesi dei tempi che furono. Detto questo il film non c’è, è poco originale, annoia, è derivativo, non coinvolge e trasuda idiozie. Una marea di risorse investite in un balocco scemo, che se da una parte è meno demente del gemello Cicakman (altro supereroe locale), dall’altra è più ricco ma meno composto e riuscito.

Periodicamente le forze del male tornano sulla terra e un gruppo di guerrieri deve bloccarle; nella contemporaneità si cercano i nuovi eroi, capitanati da un mentecatto discendente della precedente generazione.

L’elemento più interessante e accattivante alla fine diventano i brillanti titoli di testa in versione arcade che citano famosi videogiochi degli anni ’80. In Asia c’è una proliferazione di supereroi ma ad osservarne bene gli sviluppi, per cercare qualcosa di buono o ci si butta nel passato o semplicemente in Giappone, visto che il resto dei paesi produce risultati spesso discutibili.