As One

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as onePrima di tutto, ecco un’ovvietà che molti spettatori si ritroveranno a pensare alla fine del film: solo i coreani potevano trasformare un torneo di ping pong in un film avvincente, politico e toccante.

Tutto ha inizio a Pechino nel 1990, nella semifinale si sfidano due acerrime nemiche provenienti dalla Corea: la campionessa del Nord Li Bun-hui (Bae Doona) e Hyun Jung-hwa (Ha Ji-won), che sfoggia sulla maglia la bandiera della repubblica del Sud. È quest’ultima a intascare la vittoria, ma al match successivo verrà sconfitta dall’atleta cinese Deng Yaping, perdendo così la medaglia d’oro. Sei mesi dopo Jung-hwa è pronta a partire per il campionato mondiale di tennis da tavolo che si svolgerà in Giappone, quando un servizio al telegiornale annuncia che per la prima volta i team della Corea del Nord e del Sud giocheranno come un’unica squadra. I retroscena, così recenti nella mente degli spettatori locali da non aver bisogno di troppe spiegazioni, vogliono che lo sport del ping pong, estremamente amato in entrambe le nazioni, fosse stato preso come simbolo per ristorare quanto meno un vago sentore di pace dopo il bombardamento di un aereo della Korean Air avvenuto in quegli anni. Ovviamente le due squadre non vedono niente di positivo in questa unione così politicamente forzata, anzi si guardano con sospetto e non perdono occasione per battibeccarsi, non solo in campo ma anche fuori. Gli spiriti dei due paesi non potrebbero essere più differenti: gli atleti del Nord sono rigidi e ubbidienti come soldati, mentre quelli del Sud sono spesso scomposti e festaioli. Durante gli allenamenti vengono formate le coppie per i match di doppio e, ovviamente, per rappresentare la squadra coreana femminile finiranno per essere messe insieme Jung-hwa e Bun-hui che dovranno imparare a mettere da parte le loro ostilità. Tra le due fatica a esserci complicità, abituate come sono a ritrovarsi divise da un confine geografico immaginario e dalla retina del tavolo da gioco, ci vorranno sudore e fatica perché scocchi quella scintilla che le unirà in gara e in una amicizia di una tenerezza devastante. Durante i 46 giorni di un training che non lascia tregua, gli atleti delle due squadre un tempo divise si ritrovano alla fine affiatati da un sentimento quasi fraterno che li unisce, tanto da rimanere sinceramente sconvolti quando un nuovo vento politico cercherà di separarli ancora.  Con una persistenza che non si ferma davanti a niente Jung-hwa e Bun-hui giocheranno con tutte le loro forze dalla stessa parte del tavolo per affrontare nella finale il presuntuoso team cinese, vincitore dei precedenti nove campionati.

La pellicola è forse un po’ troppo patinata per quanto riguarda il discorso politico, che affronta a volte superficialmente e anche macchiettisticamente nella rappresentazione delle due coree, tuttavia è alquanto ben riuscita la trasposizione delle storie personali degli atleti, descritti con un notevole spessore.
Pur essendo stato portato in sala nella stessa settimana in cui usciva un colosso come The Avenger, As One si è tolto la soddisfazione di staccare oltre un milione di biglietti in appena dieci giorni, aiutato anche dalla popolarità che godono le due straordinarie interpreti. Piccolo aneddoto conclusivo: tutti gli attori si sono sottoposti a strenui allenamenti di tennis da tavolo prima delle riprese, per permettere al regista di non usare nessuna controfigura, neanche nelle scene delle gare.