Be with Me

Voto dell'autore: 4/5

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Be with Me, inizialmente, nasce dalla volontà del regista di rappresentare su schermo i tre stadi della vita: adolescenza, mezz’età e vecchiaia. La sceneggiatura, però, è cambiata con il tempo e dal proposito iniziale di un film muto Eric Khoo ha preferito adattare il proprio lungometraggio alla biografia e la vera storia di Theresa Chan: una donna anziana sorda e praticamente cieca, sin da bambina, con una straordinaria esperienza di vita decisamente fuori dal comune.

Be with Me si divide in tre sotto-storie distinte: So in Love, Finding Love e Meant to Be, ciascuna rappresentante una fase diversa della vita ma direttamente legata alle altre due. Connessa attraverso personaggi che si muovono fluidamente all’interno di una narrazione principale che, per ammissione del regista, fu pensata come un puzzle i cui tasselli che vengono rivelati a poco a poco non sono soltanto gli eventi ma anche le numericamente scarse battute, gesti o espressioni dei protagonisti.

So in Love racconta (per la prima volta in un film di Singapore) di una relazione omosessuale tra le adolescenti Jackie (Ezann Lee) e Sam. La mezza età è rappresentata in Finding Love, cronaca dell’amore proibito che un addetto alla sicurezza prova per Ann (Lynn Poh), una donna che lavora nello stesso edificio. Meant to Be, quindi, mostra al pubblico la senilità, attraverso la melanconica esistenza di Chiew Sung Ching, un negoziante, con la moglie malata nonché padre dell’assistente sociale che aiuta Theresa Chan nella sua quotidianità.

Il fato è il cervello in Be with Me, essendo il reale protagonista del film. Connette i vari personaggi tra loro, unisce gli eventi, li controlla. Dal destino non scappa nessuno, neanche al più crudele o beffardo che quando decide, colpisce chiunque, anche i buoni. Come Theresa che racconta se stessa mentre si prepara da mangiare da sola, insegna inglese a bambini nati con handicap e va persino a nuotare in piscina. Svolge mansioni quotidiane in modo sorprendentemente spontaneo e automatico per una anziana donna cieca e sorda ma, nonostante le infinite avversità patite ancora fiera, indipendente e soprattutto, con un’enorme voglia di vivere.

Il cast quasi totalmente non professionista (soltanto le due giovani protagoniste sono attrici di professione) fu scelto meticolosamente: per esempio Chiew Sung Ching, il padre in Meant to Be, fu selezionato per il suo particolare viso o Seet Keng Yew per il suo aspetto imponente ma bonaccione, da gigante buono che perfettamente si adatta al timido addetto alla sicurezza di Finding Love.

I personaggi, così come i luoghi son stati sviluppati con l’intento di enfatizzare emotivamente una singola scena o una sequenza in un film con pochi dialoghi, qualche fuori campo e infinite immagini. Fotografia e colonna sonora sono il cuore e le arterie in Be with Me ma la linfa vitale del film, ciò che lo rende unico, sono le differenti forme di comunicazione: c’è quella virtuale e sfuggente delle adolescenti. O lo speciale tipo di lingua dei segni che l’assistente sociale traccia sul palmo di Theresa e c’è il suo manoscritto, redatto in braille, talmente intenso da contagiare di speranza chiunque lo legga, allo stesso tempo in grado di separare passato, presente e futuro.

Ma la particolare e inusuale forma espressivo/comunicativa, cara ad Eric Khoo che riproporrà successivamente in Ramen Shop, è il cibo. Tanto. Che sia fonte di piacere o motivo di positività individuale e di unione interpersonale, è spesso presente ed è visivamente una gioia per gli occhi (volendo anche la gola).

In conclusione, Be with Me è un film che consigliamo di vedere più di una volta, cercando di immedesimarsi nei diversi protagonisti e nelle loro storie, chiedendosi come e cosa avrebbe fatto lo spettatore al posto degli attori, ricordiamo, quasi tutti non professionisti che, per ammissione del regista, stavano improvvisando. Un ulteriore suggerimento che ci sentiamo di dare è di guardarlo con diversi stati d’animo, per aiutare ulteriormente lo spettatore a capire il perché delle proprie scelte nonché per una maggiore e completa comprensione degli eventi.