Don

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DonUno spruzzo di intreccio farlocco da film action USA, un po’ di inventiva e di coreografie all’hongkonghese e i mezzi suntuosi e le capacità proprie di Bollywood. Il cinema indiano vince così l’ennesima sfida nell’affrontare un duro e preventivamente polemizzato remake di un classico del cinema locale. D’altronde era arduo sostituire un divo come Amitabh Bachchan come protagonista, anche infilandoci un mattatore assoluto come Shahrukh Khan. Invece alla fine è sembrata una scelta vincente forte del fatto che l’attore si è anche aggiudicato una nomination alla prima edizione degli Asian Film Awards. Nonostante diverse licenze poetiche prese rispetto al predecessore, il regista Farhan Akhtar (Dil Chatha Hai, Lakshya), ossessionato dal prototipo del 1978 tanto da averlo visto –su sua ammissione- almeno 40 volte, regala un film piacevole e coinvolgente sferzato da discontinue e improvvise vette di originalità e inventiva, non sempre riuscita ma mai indifferente; l’approccio ad una postproduzione digitale è probabilmente figlia di Time & Tide (Tsui Hark, 2000) con le continue transizioni a tendina o a spirale, gli split screen inventivi (uno di essi riproduce fedelmente una sequenza di Hong Kong – Colpo su Colpo). Riuscite anche le sequenze action con meriti a quelle automobilistiche, mentre quelle corpo a corpo dagli slanci alla hongkonghese (dirette però da tre coreografi locali) risultano non sempre lineari, pulite e dinamiche. Shahrukh Khan è il mattatore assoluto del film, decisamente bravo anche se non sempre convincente nel doppio ruolo di impacciato ragazzo e criminale sanguinario (una specie di aggiornamento del Face Off di John Woo). Deliziose come al solito le sequenze musicali di cui, almeno un paio, davvero degne di nota.
Don (Shahrukh Khan) è uno dei massimi criminali, abilissimo, sanguinario, spietato e imprendibile. Vive con la sua donna, Anita (Isha Koppikar) e un suo compare Narang (un magistrale Pawan Malhotra, il più intenso del film) e prende ordini da uno dei maggiori criminali locali, Singhania, eterno rivale di un altro boss di cui nessuno conosce l’identità, Vardhan. Nel frattempo Roma (Priyanka Chopra) ragazza fatale e abile nella lotta a cui Don ha ucciso le persone a lei care si inserisce nella gang per guadagnare fiducia e attentare al momento opportuno alla vita dell’ uomo e placare quindi la propria sete di vendetta. Durante uno scontro a fuoco però Don viene ferito e muore. Un poliziotto, De Silva (Boman Irani) decide così di utilizzare un ragazzo, Vijay (ancora Shahrukh Khan) dalla straordinaria somiglianza con il criminale ucciso per infiltrarlo nella gang ed estorcere segreti criminali. Ma il poliziotto in realtà non è la persona che sembra, Roma si innamora di Vijay e forse Don non è davvero morto. Si avanza così con continui e destabilizzanti colpi di scena fino alla fine (ed oltre).
Il film inizia a Parigi e si svolge per l’80% in Malesia. Impossibile inoltre raccontare le numerose sottotrame e i personaggi che si susseguono per quasi tre ore di film; Don è stato un successo straordinario e in India è stato il quarto incasso dell’anno oltre ad avere bruciato diversi record di incassi sui giorni di esordio. Ha raccolto comunque incassi vertiginosi anche fuori dal proprio paese, dall’Inghilterra agli Usa fino al Sud Africa e Australia mentre i brani della colonna sonora hanno salito rapidamente le vette delle classifiche.
L’ennesimo segnale dello stato di salute e dei mezzi straordinari (e del loro ottimo utilizzo) a disposizione del cinema di Bollywood. Alcune gru e riprese aeree lasciano senza fiato, letteralmente.