Eternal Summer

Voto dell'autore: 2/5

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Eternal SummerAl Far East Film Festival 2007 c’era anche un’altra estate, One Summer with You di Xie Dong. Il film di Chen invece doveva essere uno dei migliori risultati del cinema taiwanese nel 2006 e in effetti le promesse sono state mantenute.

Jonathan e Shane sono due compagni di scuola e la maestra affida al primo il compito di occuparsi dell’altro, un bambino irrequieto e dai risultati scolastici scadenti. Inizia così un’amicizia e un’alleanza tra i due che poi con gli anni prosegue fino alla giovinezza. Jonathan è ancora quello più timido e introverso, più effeminato mentre Shane è uno sportivo, gioca a basket, i suoi voti sono pessimi ed è l’idolo delle ragazzine del liceo. Si inserisce poi a formare un perfetto triangolo amoroso Carrie, che è attratta da Jonathan, il quale però non riesce ad accettare la sua omosessualità e il suo innamoramento nei confronti di Shane. Fin qui le premesse non ci incuriosiscono particolarmente  e ci troviamo all’interno di un dramma sentimentale, delicato e sobrio, con tre ottimi interpreti. Chen si mantiene su un tono estremamente realistico ed evita formalismi o leziosaggini. Quello che ci interessa è come riesca fin dai primi istanti a creare una coppia di personaggi che sembrano essere uno complementare all’altro, l’uno la mente, l’altro il corpo, l’uno energico e deciso, l’altro titubante e remissivo. Jonathan è la parte razionale, Shane quella fisica e muscolare. Tutto però non si risolve con un’ovvia e prevedibile dicotomia. Il personaggio di Shane è molto più sfaccettato. Jonathan è il suo unico sostegno, ciò che gli manca, ha un bisogno costante dell’approvazione, dell’affetto e dello sguardo dell’amico. Jonathan non riesce dal canto suo a rivelarsi e nemmeno ad abbandonare il suo alter-ego. Carrie funge da catalizzatore delle tensioni tra i due. La presa di coscienza da parte di Jonathan della sua omosessualità non a caso avviene proprio per mano di Carrie e l’impulso a confessarsi deriverà sempre da lei. Nonostante i sentimenti siano resi in modo credibile e adeguatamente approfondito, senza eccessi e con sincerità, il regista non riesce ad emergere, a conquistare il suo spazio, a imprimere la vera svolta interna al suo film.