Guzoo: The Thing Forsaken by God - Part I

Voto dell'autore: 3/5
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Anno 1986. Semplificando, il 1986 è stato l’anno di uscita del manga di Urotsukidoji (di cui un anno dopo abbondante uscì il primo OAV), ideato da Toshio Maeda.
Questo significherebbe che se non l’uno (non si sa quale) abbia inspirato l’altro, almeno che entrambe le opere ovvero il manga di Urotsukidoji (che non ha nessun legame ufficiale con questo film) e Guzoo siano usciti lo stesso anno. E che quindi sono probabilmente le due opere fondanti del genere TEENtacolare, ovvero un sottogenere locale, prevalentemente (solo?) giapponese in cui dei mostri dotati di tentacoli fallici aggrediscono e abusano sessualmente di alcune scolarette alla marinaretta. Qualcuno cita anche l'OAV Call Me Tonight, primo di una serie pruriginosa della Pink Noise che esordì proprio nel 1986, ma si rischia di complicare ancora di più il senso del tutto. Le marche semantiche più incisive e pionieristiche arrivano probabilmente dalla matita di Toshio Maeda. La codifica del genere forse giunge solo con la versione animata e con opere seguenti (High School Invasion, 1990 e La Blue Girl, 1992….) ma già qua erano in nuce tutte le componenti base di questo fortunato e importantissimo filone. Cercarne le origini ed elencarle giusto per nobilizzare e difendere un genere che si presta a fraintendimenti e a demolizioni preventive ha qui poco senso (ma giusto per accennare se ne trovano tracce già nei secoli scorsi in straordinarie pitture di noti pittori nipponici o in tanta narrativa classica anche europea); qui ci interessa di più parlare di cinema. E passiamo quindi a dire che non di cinema si tratta ma di video. Già questo rivela un’altra notizia caratterizzante ovvero come questo mezzo povero sia da sempre formato preferito per la produzione di universi del genere. E che come spesso accade la durata totale del film è assai breve, circa 40 minuti.
Infine accenniamo che alla regia si presenta un interessante regista dell’estremo del calibro di Komizu “Gaira” Kazuo, compagno di avventure di un autore del calibro di Wakamatsu e padre di opere telluriche come Living Dead in Tokyo Bay e Guts of a Virgin.

Contraddicendo quello che abbiamo detto poco sopra, in questo film la creatura di turno non appare per abusare sessualmente delle ragazzine giunte nella casa di turno per una vacanza; la sua fame è prettamente di carne umana, pretesto che dà adito a pimpanti sequenze gore. La sessualità, accennata giusto da movimenti di camera sinuosi e curiosi è ancora lasciata in disparte. La creatura, una sorta di fiore/insetto tentacolare con la consistenza di un blob (una sorta di Biollante (v. Godzilla VS Biollante) ante litteram), corre, esce dagli specchi e si agita attraverso diverse metodologie di effettistica, dal passo uno, all’animazione classica con cavi e attori all’interno del costume, comunque sempre inquietante ed visivamente efficace.  Un lavoro breve quindi, ma pionieristico e assolutamente divertente. Non cinema ma un video violento e accattivante, perla lucente all’interno di quell’universo oscuro e al contempo luccicante chiamato V-cinema.