Hwayi: A Monster Boy

Voto dell'autore: 3/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (3 votes, average: 3,67 out of 5)

In un anno miracolato per il cinema coreano e in cui sono stati prodotti diversi ottimi thriller (New World e Cold Eyes per citarne solo due) questo Hwayi invece che palesarsi come tassello di una sorta di nuova onda fa rima con il cinema della new wave di fine secolo; brodo allungato, incapacità di saper chiudere nei tempi biologici di uno spettatore, susseguirsi apparentemente infinito di finali, coralità fatta di personaggi che spesso non servono a nulla (il poliziotto sfregiato?). Ma tutto sommato non è un brutto film, anzi. Il regista dell'ottimo Save the Green Planet! torna con un thriller violento e sanguigno dotato di una complessa sceneggiatura che non sempre vanta coerenza e che accumula numerosi elementi facilmente eliminabili ai fini di ottenere un film più breve ma ugualmente efficace. Il problema è tutto lì perché poi la regia dell'opera è valida e vanta anche alcune buone e inaspettate sequenze d'azione (incluse un paio automobilistiche), qualche tocco imprevisto di surreale (tutta la pista del mostro in cantina che alla fine è sfruttata davvero al minimo sindacale) e delle gocce di melò. Peccato che gli infiniti elementi che non servono a nulla vadano a soffocare la struttura complessa della narrazione che sulla carta era ottima e che arriva anche a sorprendere e coinvolgere. Se i giovani non meravigliano per talento, troppo belli e puliti per il ruolo, incluso il protagonista interpretato da Yeo Jin-goo, tutto il resto dei vari caratteristi più spigolosi e “stagionati” offrono in massa una buona prova.

Una gang è dedita all'omicidio e rapine. Adottano un bambino e lo crescono tra loro nella speranza di vederlo divenire parte della propria “comunità” (è un ottimo cecchino). Nel frattempo un omicidio commissionato metterà in crisi d'identità il ragazzo che inizierà a scavare nel proprio passato e dovrà affrontare quel “mostro” in cantina che ne mina da sempre la forza dirompente in azione e la propria foga spietata.

Di questi tempi un ottimo oggetto particolarmente cruento ma che rimanda al cinema coreano del passato anziché guardare ai nuovi spigolosi e più rigorosi prodotti locali contemporanei.