Invasion of Alien Bikini

Voto dell'autore: 3/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (3 votes, average: 2,33 out of 5)

Invasion of Alien BikiniIl titolo lasciava presagire il peggio, che si sa dove vanno a parare i tentativi di abbinamento tra sesso e commedia provenienti dalla Corea, con sesso telefonato e gag posticce soffocate dai soliti pachidermici livelli di produzione. Invece Invasion of Alien Bikini non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Si tratta infatti del secondo film del regista di uno degli episodi del curioso indie The Neighbor Zombie ed effettivamente anche questa produzione, attorno alla quale ruotano molti di quelli che parteciparono alla precedente, sembra muoversi su quella scia.

Sembra quindi che in Corea vi possa essere una via alternativa a quella dei blockbuster asettici e come già successo per il Giappone vi è la discreta possibilità di esportazione del prodotto anche se lo-budget. E’ il caso di questo film che si avvale di attori non patinati, soprattutto stunt, girato in economia (il working budget è di poco superiore ai 4500 Dollari) e in pochi ambienti (gran parte del film si svolge in una stanza), ma effettivamente pieno di creatività. Creatività che lo ha fatto arrivare alla 44esima edizione del Sitges Film Festival, alla 21esima dello Yubari Fantastic Film Festival o alla 30esima del Brussels International Fantastic Film Festival per citare i tre più rilevanti nel genere. E gli autori tra l’altro devono ben saperlo che c’è del potenziale per evadere i patri confini, visto che si premurano di fornire al film titoli in caratteri occidentali e grafiche ammiccanti come non se ne vedono nei corrispettivi ad alto budget. Una storia quindi simile a quella dei Sushi Typhoon, che probabilmente sono il termine di paragone più vicino per questa produzione e per questo, piuttosto che andare verso i soliti stereotipi di personaggio in cui è rinchiusa la cinematografia locale, ci si rifugia nel nonsense e nella follia.

C’è un supereroe locale il cui unico travestimento sono un paio di baffoni vistosamente finti che salva una bella donna da vari assalitori. Successivamente scopre che si tratta di una aliena che vuole essere inseminata a tutti i costi e in tutta fretta. Peccato che il nostro eroe abbia fatto voto di castità e con la sua volontà di ferro riesca a resistere a tutte le torture e i tentativi dell’aliena di estirpare il suo prezioso seme. Nonostante la trama di sesso se ne vede ben poco, ma col progredire della storia incomincia a farsi avanti il sangue e sembra davvero di andare verso certe produzioni nipponiche. A volte esagera il buon Oh Young-doo in regia, ma non si può che rimproverarlo affettuosamente. Ha tutta la nostra simpatia visto che almeno ci prova: rottura del patto con lo spettatore con incursione di personaggi che parlano allo schermo, commedia slapstick, gomma-splatter e per finire persino narrazione affidata a dei disegni, proprio come Nishimura ha già fatto alcune volte con il suo Kami Shibai versione splatter (63 Minutes Later, Speakerman: The Boo). Con il dovuto timore di sbagliarsi, soprattutto per qualche ingenuità da giovane cineasta indipendente, si può comunque riporre abbastanza fiducia in questo nuovo cinema sudcoreano lontano dalle logiche commerciali.

Materiale promozionale: