Kingdom: Ashin of the North

Voto dell'autore: 4/5

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Tra le cose migliori visionabili su Netflix  tra il 2019 e il 2021 va annoverata senz’altro l’esclusiva Kingdom: una serie TV coreana di ambientazione medievale, che unisce magnificamente il dramma storico – con tutta la sua ricchezza di lotte per il potere e reali battaglie sul campo – con quello orrorifico dell’apocalisse zombie, qui nella variante “infetti corridori” alla 28 Giorni Dopo (o, per restare più in zona, alla Train to Busan), con dei non morti davvero più terribili che mai. Così, dopo due stagioni di questa costosa (1,78 milioni di dollari a episodio, secondo Variety) e riuscitissima epopea, delle quali vi avevamo già parlato in un precedente articolo, è arrivato anche un interessante episodio speciale che, indagando certi antefatti della serie, si pone dunque quale spin-off nonché prequel.

Le drammatiche vicende di Ashin of the North si svolgono presso il confine settentrionale dell’antico Regno di Joseon. Qui la giovane Ashin (da bambina interpretata dall’impeccabile Kim Si-ah), vive serena tra l’affetto dei suoi cari e della sua gente. Questo nonostante le terribili condizioni in cui versa il suo villaggio: affamato dalla povertà e dalla carestia; e isolato sia dalla natura ostile e dal clima glaciale, sia politicamente dalle decisioni del governo centrale.

Quello di Ashin è infatti un piccolo insediamento, entro i confini del Joseon, di una etnia, gli Jurchen, largamente presente oltre il confine; e considerati dal governo, a causa di scontri passati e attriti presenti, quali barbari e nemici. Così, nonostante la lealtà che il padre di Ashin (Kim Roe-ha) mostra nei confronti delle autorità del Regno, nella speranza che un giorno riconoscano al suo villaggio maggiori diritti, Ashin e la sua gente si trovano spiacevolmente tra due fuochi: il Joseon che li discrimina, e gli altri Jurchen che li guardano con sospetto, considerandoli traditori della propria stirpe.

La situazione degenera quando qualcuno (o qualcosa…) fa strage di un gruppo di cacciatori Jurchen provenienti dall’esterno. Dopo varie vicissitudini, a fare le spese di quanto accaduto saranno in primo luogo il padre di Ashin (davvero terribile e impressionante la sua sorte), dunque il suo intero villaggio. La piccola Ashin, salvatasi per puro caso, crescerà (ora interpretata dalla strepitosa Jun Ji-hyun) sola e disprezzata in un porcile di un insediamento Joseon, vittima di continui abusi da parte dei soldati. Nonostante tutto ella continuerà ogni giorno a cacciare e addestrarsi, affinando sempre di più le proprie abilità, meditando terribile vendetta per quanto accaduto alla sua famiglia e al popolo che amava. Sinché un giorno, compresa sino in fondo la verità dietro la distruzione del suo villaggio, passerà alle vie di fatto: utilizzando tra l’altro, assieme al suo infallibile arco, una certa piantina di nostra conoscenza, capace di “riportare in vita i morti”… che l’apocalisse abbia inizio!

Ashin of the North è semplicemente lo spin-off/prequel che ti aspetti da una serie di altissima qualità come Kingdom. Scritto come sempre da Kim Eun-hee (l’autore del webcomic da cui tutta la serie è tratta, The Kingdom of Gods), vede all’efficacissima regia il ritorno di Kim Seong-hun (A Hard Day, Tunnel), già regista di tutta la prima stagione della serie, nonché del primo episodio della seconda.

Ashin of the North è pertanto un film televisivo di qualità assolutamente cinematografica, teso e inquietante, nella prima parte costruisce le trame politiche e cospirative che segneranno la fine del mondo di Ashin, facendocela abbastanza sotto il naso per quanto riguarda la loro effettiva realtà (un plot twist ben dissimulato…), e senza rinunciare già a una forte dose di action horror; c’è persino una tigre zombie che, contrariamente a quella di Army of the Dead (2021, Zack Snyder), e a dispetto di una CGI senz’altro migliorabile, riesce eccome a far paura! Ma il piatto forte arriverà solo nella seconda parte, allorché Ashin of the North prende davvero fuoco ed esplode in una vendetta eclatante, scuola Park Chan-wook, che è una vera e propria piaga lanciata da una silente divinità furiosa che tutti credevano una povera e indifesa disgraziata. Jun Ji-hyun è perfetta nell’incarnare una modernissima “villain”, vittima tragica e assassina psicopatica insieme, che oltre a collocarsi un po’ all’origine di tutto (vedi il finale. Si era inoltre già intravista nell’episodio 2.6, il gran finale della prima parte della saga), possibilmente farà ancora parlare molto di sé nelle stagioni che verranno di Kingdom.