Lady Battle Cop

Voto dell'autore: 3/5
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Si fa quasi un torto a sdoganare questo film come un semplice plagio giapponese del ben più noto Robocop; certo, il modello principale ostentato è innegabilmente il film hollywoodiano, in alcune componenti narrative e visive ma da parte sua questo Lady Battle Cop vive di vita propria. Innanzi tutto il character design che si allontana da quello del collega statunitense per adottare una affascinante armatura di chiaro stampo tokusatsu che rende la cyborg di turno una sorta di Metal Hero autoctono. D’altronde, ad essere onesti, lo stesso Robocop era speculare e dipendente dallo stesso universo quindi alla fine il cerchio si chiude. Ma tant’è. Armatura personale (meraviglioso l’orecchino fissato sul casco, come farà quindici anni dopo la cattiva Golden Queen Lady Gold di Ryukendo, per certi versi molto simile), dinamica, piena di gadget e di immancabile pistola pronta a sorgere da un incavo segreto della coscia. La zona che copre la bocca è poi articolata come nei Kamen Rider più organici di Agito.

Una gang di mercenari, il Team Phantom, semina il panico in città senza farsi scrupolo di uccidere chi blocca loro la strada. Ma dal corpo di una loro vittima viene prodotto un androide corazzato pronto alla lotta. Al contempo i criminali rubano in un laboratorio militare, Amadeus, sorta di bodybuilder dotato di poteri esp che sarà scagliato contro la battle cop del titolo.

Intrigante la figura della ragazza (la vediamo sotto la doccia, nuda, dotata solo di un bullone che esce dal corpo e che ne rivela l’artificalità) che indossa e toglie il casco mantenendo la sua grazia e bellezza, senza gli effetti collaterali estetici dell’omologo statunitense. Non si lesina sul sangue, un po’ di effetti ottici migliori del solito e un utilizzo abbondante dei cavi per risolvere i poteri di Amadeus. Un piccolo film (impossibile il paragone qualitativo con quello di Verhoeven) ma che incredibilmente intrattiene grazie alle sue componenti più personali e al carisma della ragazza in armatura. Più un tokusatsu che un film di fantascienza puro, d’altronde produce la Toei, la casa di produzione responsabile -tra gli altri- di Kamen Rider (e di vari Metal Hero, appunto).