Leopard Hunting

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Criminali (The Fang Group) che fanno spola tra Filippine e Giappone e si radunano ad Hong Kong. Interpol composta da un gruppo di abili poliziotte (le "Leopard Hunting" del titolo anglofono) pronte a dare la caccia alla gang criminale. E una poliziotta giapponese che vuole vendicare il proprio uomo assassinato, che si muove da sola.

E’ Leopard Hunting, uno delle decine (se non centinaia) di polizieschi prodotti ad Hong Kong dall’inizio degli anni ’80 a fine ’90 accomunati da impennate di surrealismo improvvise (una poliziotta viene caricata a forza in un autobus a colpi di getto di idrante), arti marziali, sequenze balistiche irruenti, sangue e spruzzate di “women with guns”. Non un bel film, per carità, ma assolutamente piacevole, sgraziato, sferzato da invenzioni illuminanti, macchinoso nello sviluppo narrativo ma onestamente donatore di ciò che promette, ovvero instancabile intrattenimento. Poi gli elementi bonus, ovvero la convivenza di due dive dell’action locale del calibro di Jade Leung (Black Cat) e Yukari Oshima (Story of Ricky) e la presenza di altri nomi maggiori dello star system dell’ex colonia (si va da Yuen Wah (Kung Fu Hustle) a Roy Cheung (The Mission)).
Alcune fonti suggeriscono un co-regista giapponese, Ishii Hisatoshi, accreditato anche come produttore esecutivo insieme alla stessa Oshima, probabilmente nelle sezioni nipponiche.
Un film per completisti o fan di una o dell’altra diva, comunque assolutamente piacevole nonostante la bassa finezza imperante dell’opera.

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