Mononoke

Voto dell'autore: 4/5

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Gli spettatori di Fuji TV sono abituati molto bene. Nei programmi del colosso televisivo giapponese le serie anime che vanno sotto la nomenclatura 'Noitamina', cioè Animation ribaltato per i meno scaltri, si propongono infatti come il tentativo di espandere la schiera di appassionati ben oltre il magma informe dei soliti fans. Di stagione in stagione il livello medio delle serie, spesso molto brevi e molto ricercate, si è andato innalzando giungendo all'attuale periodo di splendore.

Nel 2006 fa il suo esordio Ayakashi, serie caratterizzata dal sottotitolo “Japanese classic horror tales”, che si distinguerà per l'approccio sperimentale ed assolutamente slegato da logiche commerciali, che poi è un tratto in comune con tutti gli altri anime di questa collezione. Diviso in tre tronconi, scritti e diretti e disegnati da tre diversi staff con differente approccio, la serie si prefiggeva lo scopo di narrare nuovamente  le storie classiche della narrativa orrorifica nipponica. L'esperimento in sé  è riuscito a metà, poiché da una parte accosta lenti ma affascinanti percorsi metanarrativi (il celebre Yotsuya Kaidan più volte portato anche sul grande schermo), ma dall'altra mette a dura prova lo spettatore con noiosissimi e didascalici episodi (Tenshu monogatari) dallo scarso fascino estetico dovuto ad un character design anonimo.

La vera sorpresa di questo anime arriva però negli ultimi e conclusivi tre episodi dedicati al fantasma gatto (Bakeneko), cioè uno degli ospiti più comuni del fantastico e del folklore giapponesi, più o meno intravisto in diversi film e in diversi manga da tutti. Allo stile grafico viene data una sferzata notevole esasperando lo stile dei disegni, riducendo in briciole altri lavori ambiziosi e egualmente venerati come Kemonozume. Il comparto sceneggiatura intriga e coinvolge, non solo puntando su una trama avvincente e misteriosa, ma divagando in mille simbolismi e sottigliezze. Viene introdotto poi uno di quei personaggi capaci di mutare in oro qualsiasi prodotto narrativo si fregi della loro presenza: il misterioso venditore di medicine. Totalmente androgino e dal variopinto vestiario, costui è in realtà una creatura non umana. Il suo scopo è quello di rintracciare esseri sovrannaturali, Mononoke per l'appunto, e rivelarne la forma (Katachi), quindi come si rivela e manifesta lo spirito, la verità (Makoto), ciò che realmente sta attuando in quelle circostanze ed infine il suo rimpianto (Kotowari), cioè quello che lo spinge a vendicarsi. Questo processo narrativo fatto di tre diverse fasi, già presente in Ayakashi e ripetuto nel sequel, viene svolto come una vera e propria investigazione nella sfera del misterioso e ultraterreno. Una volta rivelate queste tre cose, il misterioso protagonista di cui non viene mai rivelato il nome, ma che viene solo appellato come venditore di medicine, potrà trasformarsi in una creatura mistica sfoderando la spada con cui può mettere pace al dolore del fantasma donando riposo ad egli e forse la salvezza ai perseguitati.

Questi tre magnifici episodi non passano inosservati una volta trasmessi. Tanto è vero che l'anno dopo viene messa in produzione un'intera serie spin-off dell'ultimo segmento con protagonista assoluto il venditore ambulante creato dalla mente di Takashi Hashimoto, nome importante per molti anime in veste di key animator: Eureka seven, Neon genesis evangelion: The end of evangelion e Ghost in the shell per citarne alcuni. Il tratto caratteristico rimane sempre quello di Bakeneko, cioè uno stile grafico meraviglioso che fa del sincretismo tra l'Art Nouveau e le tavole di Hokusai uno strumento per aprire le porte del fantastico giapponese, giusto per citare almeno due delle più evidenti influenze pittoriche. Il cel-shading, particolare tecnica di computer grafica che cerca di imitare il disegno a mano, è mezzo perfetto per questo ambizioso progetto e la fa da padrone su fondali e personaggi stessi per creare la mescola necessaria di stili, richiamando più di una volta alla memoria un noto videogioco ispirato ad Hokusai e realizzato con la medesima tecnica: Okami (PS2).

Il livello storia è nuovamente eccellente e tra gli sceneggiatori spicca quel Chiaki J. Konaka autore di tanti titoli famosi tra libreria, televisione e cinema (Parasite eve, Serial experiments Lain e Marebito). I nuovi story arcs sono ben cinque e nuovamente parlano di figure classiche del mondo degli spiriti giapponesi. La parola stessa Mononoke, che letteralmente fa riferimento allo spirito di una qualsiasi cosa, animata o non animata che sia, è spesso volta ad indicare un entità che vuole vendicarsi. Praticamente nulla di nuovo rispetto a quanto visto in tanti j-horror, ma che data la modalità di narrazione e lo stupefacente ed estasiante flusso di immagini che vi è associato dovrebbe far tacere molti dei detrattori di questo genere, che sono sempre a blaterare sui latenti spaventi e sui ritmi lenti dell'orrore giapponese. Probabilmente le motivazioni e la portata di queste cose non riescono a comprenderle e tanto più gli sfuggiranno allegorie e sottili simbolismi inseriti ovunque dagli scrittori in questo notevole prodotto. Miti e leggende sono raccontati con molti riferimenti al retroterra narrativo classico ed integrati con citazioni varie dagli stili pittorici giapponesi di tutti i secoli. E volendo se proprio si dovesse trovare un difetto a questo anime, è quello di essere talmente complesso e zeppo di riferimenti alla cultura classica giapponese che rischia di non essere apprezzato in pieno.

Così ci si può lasciar straziare dalla misteriosa storia dei non nati che perseguitano una giovane in gravidanza, capitata in un bordello, in Zashiki Warashi. Poi ci si può fermare a riflettere sulla bassa natura umana che viene fuori dai racconti, fatti dai passeggeri di una nave che viaggia su un oceano infestato, e che sono costretti alla verità da uno spettro in Umi bouzu. Infine ci si può lasciare coinvolgere dal nuovo segmento dedicato al Bakeneko. Nuovamente la storia del fantasma gatto, posta in conclusione, è tremenda ed emozionante. L'idea di quest'ultimo è di quelle geniali, perché ci si sposta per la prima volta in età moderna e il venditore di medicine sale su un treno che non vuole fermarsi e tutte le persone intrappolate nella folle corsa sono in qualche modo coinvolte nella vendetta del fantasma. Gli altri segmenti che rimangono, Nopperabou e Nue, sono comunque di livello notevole e continuano a trattare con gli argomenti e i peccati e le carenze dell'animo umano che sono passati in rivista anche dagli altri episodi: avarizia, lussuria, egoismo, avidità e codardia per citarne alcuni. Le storie sono una discesa, terribile e lancinante, nell'umanità e nelle sue bassezze, e sebbene lontane geograficamente e temporalmente da noi, si rivelano attuali e comprensibili anche a questa latitudine.

Ad ogni modo Mononoke si rivela un'opera fantastica e totale, che viene fuori in un periodo d'oro dell'animazione giapponese, che raramente aveva tirato fuori in così breve tempo così tante serie notevoli. La serie è andata in onda nel 2007 e riesce ad essere tante lunghezze più avanti di ottime serie uscite nello stesso anno a sfondo horror come Claymore. Da recuperare assolutamente per chi volesse approfondire non solo tutte le storie di vendetta sovrannaturale del sol levante, ma anche immergersi totalmente nella sua cultura e farsi veramente travolgere da un comparto grafico impressionate. E sopra tutto ci si può far catturare dal fascino del venditore di medicine, col suo sguardo traverso, le sue parole laconiche e il suo carattere distaccato. Disinteressato a chiunque lo circondi, il suo unico scopo è sfoderare la spada come se fosse mosso solo ed esclusivamente da una fame di anime. Non si sa se è realmente auspicabile una nuova serie che ci chiarisca chi è. Forse è meglio mantenere il mistero per non sciupare quello che lo rende intrigante. Forse tutto deve vivere in funzione di quel momento in cui, estratta la spada, i suoi capelli diventano bianchi, le pupille rosse vengono incastonate nel nero degli occhi e la sua pelle si colora di mistici tatuaggi. A quel punto è pronto a sferrare il colpo, cancellando con un colpo di spada tutti i peccati.