Scared

Voto dell'autore: 3/5

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Prodotto singolare questo Scared, molto poco thai ed assai più internazionale della media dei prodotti horror locali, generalmente molto legati alle tradizioni e nella stragrande maggioranza dei casi a sfondo “ectoplasmico”. In questo caso ci troviamo di fronte ad una sorta di slasher che sembra quasi voler strizzare l’occhio al filone americano nato con Scream intorno alla fine degli anni 90: evidentemente ci sono grandi possibilità che dietro a tale scelta ci sia lo zampino dell’onnipresente Prachya Pinkaew, qui in veste di produttore esecutivo, che negli ultimi anni si è rivelato probabilmente essere l’unico cineasta thailandese ad aver imparato alla perfezione - dopo il successo incredibile ed inaspettato di Ong Bak - la lezione del lungimirante Luc Besson, continuando a produrre film su film, sempre più indirizzati al grande pubblico e pertanto sempre più esportabili. Il meccanismo fondante di Scared è dunque lo stesso delle opere dalle quali trae maggior spunto: abbiamo un nutrito stuolo di vittime sacrificali, in questo caso degli studenti in gita, ed un inaspettato incidente durante il tragitto che li costringe a vagare alla ricerca di aiuto nei boschi e nelle giungle più sperdute. Ovviamente inseguiti da un pazzo maniaco intenzionato senza motivo apparente ad ucciderli tutti, uno per uno. Data la semplicità del soggetto c’era solo una cosa da fare, e Pakphum Wonjinda - qui nel doppio ruolo di sceneggiatore e regista - dimostra di esserne più che consapevole, spingendo al massimo il piede sul pedale della violenza e del gore gratuito: fin dalla scena iniziale dell’incidente non si contano le decapitazioni e gli impalamenti, spesso del tutto gratuiti, in un continuo crescendo di violenza che contribuisce ad un bodycount discretamente alto. Qualche idea azzeccata dal punto di vista visivo e nell’originalità delle uccisioni però non bastano ad innalzare Scared dal baratro della mediocrità, e nonostante il twist finale - visto, rivisto e stravisto mille e più volte - cerchi in ogni modo di rivitalizzare una sceneggiatura fino a quel momento sciatta e banale, il film non rimane nient’altro che un prodottino onesto e valido tuttalpiù per qualche appassionato del genere alla ricerca di una ventata di esotismo.