Seven Days in Coffin


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Seven Days In CoffinDietro questo titolo suggestivo si nasconde un film decisamente brutto e oggettivamente indifendibile che può però essere stimolo per qualche riflessione.
Innanzi tutto una sul genere horror in Thailandia. Scavando e raschiando il fondo del barile si può arrivare a questo prodotto girato in digitale, dotato di fotografia sbiadita vistosamente sintetica e regia piattamente televisiva. L'horror è attualmente un filone fiorente in Thailandia, paese che ogni anno produce decine di film del genere tra cui diversi campioni di incasso. In questi casi spesso si tende a saturare il filone con prodotti più o meno dignitosi e questo film incarna bene, sia la deriva di un genere, che l'evidente salute e prosperità. Al contempo è esempio rappresentativo di tutta una (pessima) produzione sotterranea (nemmeno tanto) in video, vulcanica proposizione di opere di genere, assai spesso sottotitolate in inglese più di quanto meriterebbero (e quindi facilmente reperibili a scapito di ottimi titoli privi di sottotitoli anglofoni). Esteticamente il film assomiglia poi ai vecchi CAT III di Hong Kong con una fotografia -quelle poche volte che è curata- satura di colori al neon quasi lisergici.

Dopodichè il film imposta uno stimolo iniziale, in questo caso l'omicidio di una ragazza (che aveva praticamente circuito e sollazzato l'intero paese) e relativo ritrovamente del cadavere, e da questo punto fisso si lascia andare ad un crogiuolo di storie ed eventi spesso poco coerenti e che più di una volta lasciano incredulo lo spettatore: possessioni, il classico spettro in cerca di vendetta, un feto abominevole che insegue dei malcapitati in una foresta, le investigazioni per scoprire l'assassino della fanciulla, arresti, accuse, esorcismi e riti, duelli, e un personaggio che si accoppia col cadavere della donna all'interno della bara, il tutto in perenne equilibrio tra dramma e comicità schietta più o meno volontaria. Purtroppo la bassa qualità del film non gli permette di conquistarsi l'alone da cult weirdo dal fascino esotico e ne esce davvero solo come un brutto esemplare filmico. A peggiorare la situazione è una colonna sonora perpetua e invasiva che ricopre interamente il film spesso (sempre?) con note messe lì apparentemente a caso e con esiti imbarazzanti ed ipnotici. E' intressante notare come di nuovo venga messo in scena il fantasma di una ragazza incinta, elemento già presente nell'horror thai, sia in The Eye 2 che in The Mother (e in numerosi altri titoli).

L'ennesimo, pessimo straight to video horror thai: pescando in questo "cesto" sappiate che ve ne può capitare buono uno su venti. Se va bene.