Smile

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SmileC’è davvero dentro tutto il patetismo e gli eccessi melò di tanto cinema nipponico di discreto successo: commedia agrodolce, melodramma sentimentale, malattia, lutto, separazione, dramma infantile, riconciliazioni, dramma familiare, handicap, matrimoni negati, adozioni, bambini problematici e ostacolo collettivo da superare. Roba che nemmeno Love of Siam unito a Wong Jing potrebbero.
Ogni limite del patetico è forzato fino agli estremi, insostenibile; peccato che però come spesso accade all’interno degli infiniti film giapponesi di questo genere il tutto sia dannatamente efficace e coinvolgente e la sferzate surreali e i numerosi tocchi di classe riescano a non stordire uno spettatore allergico agli eccessivi straripamenti zuccherini.

La solfa in parte è quella di film come Hula Girls, Linda Linda Linda, Swing Girls, ovvero un gruppo di mocciosetti (stavolta una squadra di hockey su ghiaccio) maleassortiti e privi di ogni talento che deve vincere. A destabilizzare la portata del tutto c’è un eccesso incontenibile della partitura melò e l’improbabilità della storia; un ballerino di Tip Tap dall’infortunio facile subisce un ricatto da parte del padre della donna che ama. Se vuole sposarla deve diventare allenatore di una squadra di hockey che non raggiunge nemmeno il numero legale e vincere il campionato. Il problema è che il ragazzo non conosce nemmeno le regole base dello sport.

Grande prova di attori, su tutti il talentuoso protagonista Mirai Moriyama, già visto nell’altrettanto melodrammatico Crying Out Love, in the Center of the World.
Smile inizia nel giorno di Natale, periodo che ha a sua volta rappresentato la data di uscita del film nelle sale.