Tactical Unit - The Code

VOTO: 2/5

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Tactical Unit - The CodeEccoci a presentare il nuovo progetto del sempre prolifico e geniale Johnnie To, che in veste di produttore decide di riprendere in mano il suo noir PTU, quel Police Tactical Unit che aveva portato su grande schermo con successo nel 2003 e di concedergli ben quattro nuovi film presentati e girati per la televisione (e che presumibilmente vedremo in dvd) e un seguito cinematografico vero e proprio.
Le storie, autoconclusive, seguiranno la stessa squadra e lo stesso distretto che abbiamo già imparato a conoscere ed apprezzare; ritroveremo quindi l’imperturbabile e silenzioso capitano Mike Ho (Simon Yam), la rigida e severa Kat (Maggie Siu) e senza dimenticare quel pasticcione e combina guai del sergente Lo (Lam Suet).
Tactical Unit – The Code, presentato in prima mondiale proprio a Udine (Far East Film Festival 2008) è il primo episodio di questa nuova serie, diretto da Law Wing-cheong, già aiuto regista di To fin dai tempi di A Hero Never Dies (o dello stesso PTU), con anche alle spalle regie proprie come 2 Become 1 e Hooked On You.

Tutto ha inizio con il ritrovamento da parte della polizia di un filmato di una telecamera di sorveglianza che vede coinvolti alcuni poliziotti della PTU mentre stanno pestando in un vicolo un loro sospetto. Si aprirà così un indagine da parte degli Affari Interni volta all’identificazione dei poliziotti coinvolti e quindi al loro licenziamento. E mentre il cerchio si stringerà sulla squadra del capitano Ho, dove però nessuno di loro ha intenzione di parlare, l’unico testimone (la vittima del pestaggio) non si è ancora trovato. Inizierà così una corsa contro il tempo da parte della squadra di Ho per recuperare il testimone prima dei Servizi Interni, con modi e metodi non sempre legali. Come sempre tutto non andrà per il verso giusto e la ruota del destino porterà a conseguenze imprevedibili.

Come qualcuno potrà già intuire la trama ricalca molto le dinamiche e le situazioni del capolavoro di To, peccato però che in questo caso si percepisca fin dai primi minuti ben altra musica. Il film ha purtroppo evidenti limiti generali ed è difficile salvare qualcosa; una piattezza generale, dalla regia ai dialoghi, e alcune scelte poco azzeccate rendono tutto troppo lento e noioso da non riuscire nemmeno a risollevarsi con il solito movimentato finale. Simon Yam e Lam Suet non incidono e i loro personaggi sono assolutamente sprecati e poco impegnati. Un uso irritante e troppo insistito del motivetto musicale, ed una narrazione dilatata (un trauma vedere gli agenti PTU anche di giorno) fanno poi il resto. Visti i personaggi e gli attori coinvolti ci si sarebbe potuto aspettare un maggiore impegno qualitativo; attendiamo comunque i prossimi episodi prima di dare un giudizio finale.