The Eight Diagram Pole Fighter

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Per conquistare il potere, il generale Pan Mei, prepara un’imboscata ai danni della famiglia Yang, fedele alla dinastia Sung. Durante l’attacco vengono uccisi, oltre al padre, quattro dei sei fratelli.
Dei due che riescono a salvarsi, Yang Nr.6 in preda alla follia riesce a tornare dalla madre e dalle sorelle, mentre l’altro, Yang Nr.5 (non vengono mai fatti i nomi) trova rifugio in un monastero Shaolin. Quando una delle due sorelle cerca di raggiungerlo per convincerlo a tornare a casa e ristabilire l’onore della famiglia, viene fatta prigioniera. Il quinto fratello, ora maestro del “Polefighting-style”, lascia il monastero per liberare la sorella e vendicare la famiglia. Nel finale dovrà affrontare un numero impressionante di avversari, ma quando tutto sembra perso, riceverà un aiuto inaspettato …

The Eight Diagram Pole Fighter è l’ultimo grande film di Liu Chia-liang. Non che dopo abbia fatto solo brutti film, anzi … semplicemente non avrebbe più raggiunto lo stesso elevatissimo livello. Inoltre il film, per diverse ragioni, acquista a posteriori una significato speciale. Si diceva, l’ultimo capolavoro di Liu, ma il film in realtà segna anche la fine di un´era, quella dei film di arti marziali prodotti dalla mitica Shaw Brothers (a dire il vero, i primi segnali del declino si notano già a fine anni ’70, quando dai 75 film dei primi anni del decennio si passa a circa una ventina). Non che si tratti dell’ultimo kung fu movie in termini assoluti realizzato dagli studios, ma di li a poco il favore del pubblico andrà ad altri generi ancorati più a temi contemporanei e ambienti urbani. Ma soprattutto, e questo gli conferisce ancora più peso, si tratta dell’ultima interpretazione del grande Alexander Fu Sheng. Dopo anni di ruoli in film di arti marziali, Fu Sheng aveva appena compiuto il salto ad attore brillante, ottenendo un grande successo con la commedia Hong Kong Playboys. L’attore muore il 7 Luglio 1983, a soli 29 anni, in un incidente stradale. Questo tragico fatto avviene a metà riprese di The Eight Diagram Pole Fighter e Liu si vede costretto a modificare la sceneggiatura, focalizzando l’attenzione della trama sull’altro fratello, interpretato da Gordon Liu. A dire il vero l’obbligata riduzione del ruolo ha un impatto minimo sulla trama, anche se ci si meraviglia un pò dell’improvvisa scomparsa del personaggio di Fu Sheng dopo un’ora scarsa di film.
É invece molto probabile che la morte dell’attore abbia influenzato in qualche modo (consapevole o non) il tono complessivo del film. Il risultato rappresenta l’opera più tragica e sofferta del regista e la scena iniziale é, in questo senso, indicativa. Invece del solito prologo istruttivo, veniamo subito catapultati in un vero e proprio massacro, che racchiude in se già tutta la violenza e drammaticità del film. Il tutto sottolineato dalla bella fotografia di Cho On-Sun, che rispecchia bene l’atmosfera d’incubo in cui si trovano i personaggi (e in questo caso, i set della Shaw Movietown non fanno che rafforzare l’impressione) e uno score grandioso di So Chun-hou, con fattore “pelle d’oca” incluso.
Per quanto riguarda i combattimenti, ovviamente ce ne sono parecchi, e come sempre nei film di Liu sono di primissima qualità. Coreografie che trasmettono tutta l’energia e velocità nella maniera in cui vediamo volare persone ed oggetti. Quello che ne viene fuori é una commistione perfetta di arti marziali e spericolati stunt. Da citare sicuramente l’apparizione del regista stesso, ma in una selezione delle migliori scene di sempre andrebbero sicuramente inserite quella tra Gordon Liu e Philip Ko, che è quanto di più stiloso si possa vedere, e tutto l’incredibile combattimento finale (con scene gore al limite dell’assurdo) che dura dieci minuti ed entra direttamente nella storia del genere. Ci fermiamo qui, perché va visto per crederci.
Se si vuole proprio fare un appunto, alcune delle interpretazioni, soprattutto nella prima parte sono al limite dell’overacting (in primis Fu Sheng), ma in fin dei conti risultano essere il giusto contrappeso alle adrenalinche scene di combattimento. Aggiungiamo solo che i film di Liu non sono mai particolarmente gore, almeno non quanto quelli di Chang Cheh, ma qui si arriva tranquillamente agli stessi livelli.
Bellissimo il finale con Gordon Liu che si allontana consapevole, di non potere più ritornare dalla sua famiglia, ma neanche dai monaci che l’avevano accolto e il freeze-frame della Hui ...
La prova inconfutabile che un film per essere epico non deve necessariamente durare 3 ore.
The Eight Diagram Pole Fighter è senza dubbio uno dei migliori film di arti marziali di tutti i tempi, con un Gordon Liu in forma strepitosa e un giusto ricordo alla memoria di Alexander Fu Sheng.