The Heirloom

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The HeirloomLungometraggio d’esordio del giovane Leste Chen, The Heirloom è stato un successone in patria ed è stato presentato in prima serata come uno dei film di punta dell’Horror Day del Far East Film Festival 2006. Sulla carta, la storia parrebbe pure interessante: rifacendosi ad una antica usanza che permette a chi conservi gli  spiriti dei bambini morti di avere fama e ricchezza, la vicenda ruota attorno a James, un architetto di ritorno dal Regno Unito che ha appena ereditato una antica magione, appartenente ai suoi genitori. Questi si trasferisce nella casa con la fidanzata Yo (una splendida Terry Kwan), la quale oltre ad essere demoralizzata per non riuscire a proseguire gli studi di danza, è anche preoccupata per l’amica Yi-Chen, che sembra ossessionata in qualche modo dalla casa. Dopo i soliti scetticismi di rito, anche Julian comincia a maturare l’idea che ci sia qualcosa di storto (visto oltretutto che anche uno dei suoi amici rimane coinvolto nella vicenda), fino ad arrivare alla scoperta di fatti misteriosi accaduti nel passato (ma vah?) che coinvolgono anche lui in prima persona. E, volendo essere indulgenti, il mistero potrebbe pure essere, uhm, interessante, anche se lo spettatore più smaliziato potrebbe subodorare tutta la vicenda fin dall’inizio. The Heirloom, pur mantenendo decisamente ritmi e fattezze di un classico horror asiatico, ricorda alcune atmosfere care alla nuova corrente horror ispanica (Balaguerò e compagnia bella), a livello di suggestioni e persino nell’intreccio che ben si presterebbe per una trasposizione europea (sempre che dalle nostre parti esista la tradizione di tenersi le urne con le ceneri dei cadaverini in soffitta, ma poi in fondo: chissenefrega). Purtroppo, il film arranca stanco, sgonfio come un soufflè bucherellato, e la tensione che lo spettatore vorrebbe provare guardando film del genere lascia spazio alla noia – (de)merito anche di una tecnica registica fin troppo nella norma e prevedibile. The Heirloom è meglio sicuramente di immondizia pura come The House (altro horror presentato nella stessa edizione del festival udinese), ma da qui ad essere considerato un film riuscito, ce ne passa.  O forse il problema è solo di chi scrive, che si è stancato alla grande di film che girano sempre attorno alle stesse cose.