Today's Hero

Voto dell'autore: 3/5

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Today's HeroSi respira aria di Jeff Lau in questo film e non mi riferisco solo alla sua partecipazione ufficiale come produttore e sceneggiatore, no, ma come regista. Alcuni (come Tagliacozzo/Nazzaro ne Il Dizionario del Cinema di Hong Kong) arrivano ad ipotizzare  un probabile pseudonimo o una regia occulta. Certezze forse ad oggi non ce ne sono, sicuramente alcune inquadrature e sequenze portano la sua firma inconfutabile, ovvero quella di uno dei registi paralleli della storia del cinema di Hong Kong del ventennio d’oro, un uomo di cinema totale e talentuoso, spesso soffocato da un sistema non all’altezza della propria esuberante creatività, un genio insicuro e timido che ha regalato grossi gioielli filmici e che anche nel peggior prodotto della propria fucina è riuscito ad infilare delle vene di altissima classe, come d’altronde anche in questo Today’s Hero. Come non accreditargli d’altronde tanti notturni del film, i ralenti utilizzati una volta tanto in modo accorto, quel primo piano della ruota della moto in impennata con il pubblico sullo sfondo?
Altra piacevole sorpresa la sceneggiatura che, benché improbabile e non propriamente oleata, è scritta con una classe e un’inventiva non così scontata. Kenny Bee interpreta Smartie assoluto perdigiorno a carico della sorella Lily (Meg Lam Kin-ming) e del marito di lei, Tao (Hui Siu-hung con chioma fluente). Il ragazzo passa le giornate con degli amici/casi umani infantili ma che, varcata la soglia dei trent’anni, cercano una svolta alla propria vita senza averne la capacità.

E’ straordinario come con la prima breve scena lo sceneggiatore riesca a descrivere lo status quo e il carattere del protagonista e dei suoi amici; sono in spiaggia abbracciati attorno ad una pila di escrementi su cui è stato infilato un grosso petardo. La sfida è allontanarsi il più tardi possibile per non farsi colpire dalla deflagrazione dell’ordigno e/o dagli schizzi delle feci. Attraversando una serie infinita di gag come al solito oltre il triviale (Tao che per ravvivare il rapporto con la moglie si veste con lingerie femminile tigrata e colleziona frustini, Smartie che per fuggire ad un inseguitore si traveste da donna e così va ad un delicato colloquio di lavoro, le continue battute sulla merda, sull’omosessualità, sulle malattie e così via) trova lavoro come procacciatore di assicurazioni sulla vita, senza però ottenere brillanti risultati lavorativi ma cacciandosi ulteriormente nei guai a causa della propria inettitudine. L’unica persona disposta a sottoscrivere l’assicurazione è un suo amico dotato di salute cagionevole; così Smartie decide di truffare il suo boss e di andare lui stesso a fare gli esami medici al posto dell’amico pur di stipulare una polizza; scoprirà però in questo  modo di avere un male incurabile e un solo mese di vita.

A questo punto cerca di dare un ultimo senso alla propria breve esistenza e decide di aiutare i propri amici (organizza un “tetta-party”, con torta popputa e una prostituta con attaccata sul viso una foto della procace Amy Yip che spara uova e sbuccia banane con i seni), dare una mano ad Annie (Maggie Cheung), una giornalista d’assalto inseguita dalle triadi, facilitandole gli scoop e diventando al contempo un eroe locale grazie a assurdi equivoci e all’auto dichiararsi super poliziotto. Su tutte, vale la pena citare almeno due sequenze memorabili:

1) Quando dei triadosi assaltano un supermercato prendendo degli ostaggi, Smartie decide di passare all’azione. Si spoglia nudo per mostrare il fatto di essere disarmato, si fa prestare una pistola, la avvolge in molti calzini e se la infila negli slip spacciando il bozzo risultante come sindrome da superdotato. L’ingresso nel supermercato e i successivi sviluppi sono tutti basati su torride battute a tema fallico ma è irresistibile quando Smartie inizia a sparare ai gangster attraverso gli slip manovrandosi le zone intime e lasciando i presenti tra lo stupito e il terrorizzato.

2) La seconda sequenza che prendiamo in considerazione –metafilmica- è straordinaria: diventato ormai un terrore per tutti i malviventi, Smartie conduce Annie nell’ufficio di un boss che ha appena effettuato uno scambio di denaro con un politico ma, essendo arrivati troppo tardi e essendo sfumato lo scoop, obbliga i due a ripetere lo scambio dirigendoli come un regista, stoppando i ciak sbagliati e imponendo più posizioni di macchina e maggiore “realismo”.

Il resto del film è di tono assolutamente medio, non ci troviamo quindi di fronte ad un classico riscoperto ma nei pressi di un ottimo e intelligentissimo prodotto medio che regala una lunga sequenza action finale molto ben fatta, tanti elevati tocchi di classe ad opera evidente di Jeff Lau e un finale che –per chi conosce bene il cinema di Hong Kong- può lasciare dell’amaro in bocca.

Il cast è stellare e tutto in ruolo con un Kenny Bee mattatore assoluto, a livelli davvero alti, una Maggie Cheung dei tempi buoni e il sempreverde Shing Fui-on nell’ennesimo ruolo fuori da ogni ruolo.