Ultraman X The Movie

Voto dell'autore: 3/5
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Il 2016 è stato l’anno del cinquantenario di Ultraman: tanto, infatti, era passato dalla serie capostipite (1966) del leggendario franchise. E l’onore di accompagnare gli appassionati verso una così importante occasione toccò a Ultraman X, 27esima fra le Ultra Serie, andata in onda su TV Tokyo fra il 14 luglio 2015 e il 5 gennaio 2016, per un totale di 22 episodi (più 3 riassuntivi). Nonché prima serie in assoluto del franchise a essere stata trasmessa globalmente, attraverso il servizio streaming Crunchyroll.

Ultraman X è risultata una serie varia e piacevole, realizzata programmaticamente in un clima fra il revival e l’innovazione, e ricca perciò di guest star e rimandi alle serie precedenti. In essa, gli autori hanno saputo dare un saggio ammirevole della lunghissima esperienza nei tokusatsu della Tsuburaya Productions, confezionando episodi sempre piuttosto vari e appassionanti.

Alla conclusione dell’ultima puntata di Ultraman X, o meglio, dell’ultima doppia puntata che vede Daichi Ozora (Kensuke Takahashi) e X affrontare il temibile boss finale Greeza, la serie resta tuttavia assai aperta. Come da tradizione, durante il finale Daichi rivela la propria identità segreta agli amici e colleghi della Xio; ma per il resto nulla cambia, e i nostri protagonisti sembrano avviati a indefinite nuove avventure.

In realtà mancava un tassello, rappresentato dal previsto e largamente preannunciato Ultraman X The Movie (titolo completo: Ultraman X The Movie: Here It Comes! Our Ultraman), uscito infine il 12 marzo del 2016. Un lungometraggio di 73 minuti che, analogamente alla serie di provenienza, ha avuto per la prima volta nella storia una distribuzione all’estero: stavolta non certo globale, ma limitata da alcune sale americane.

Il film si apre con un vero e proprio riassuntone della serie, seguito da una sequenza che mostra l’Ultraman del 1966 lottare contro un intero squadrone di alieni Baltan. Stacco, e ritroviamo la Xio (la squadra scientifica e di difesa da alieni e kaiju di Ultraman X) intenta a festeggiare allegramente nella sua base. Il mondo è ormai relativamente in pace, e ci sono stati notevoli progressi nella convivenza coi kaiju, che a quanto pare sono stati in buona parte liberati in Australia (sic!). Anche X fa ormai parte della compagnia, interloquendo amabilmente con gli altri attraverso il dispositivo di comunicazione (Devizer) di Daichi.

Dopo pochissimo, tuttavia, un segnale rivela una preoccupante anomalia energetica; così la Xio molla le vivande, tornando prontamente in azione.
L’emissione anomala arriva dalle rovine di Bahradi, una vera e propria piramide sorta misteriosamente in Giappone. Daichi, X e l’inseparabile Asuna (Akane Sakanoue) si recano sul posto, dove fanno conoscenza dell’archeologa Tsukasa Tamaki (Takami Yoshimoto) e di suo figlio, il piccolo e vivace Yuuto (Serai Takagi). Il nuovo gruppo di amici, per prima cosa, tenterà inutilmente di dissuadere l’arrogante Carlos Kurosaki (Michael Tomioka), sorta di wannabe Indiana Jones che conduce una trasmissione sui misteri archeologici, dal manomettere alcuni strani ritrovamenti.

In particolare, all’interno della piramide, accanto a un’enorme statua di Ultraman Tiga (il protagonista della popolarissima e omonima serie del 1996/’97), viene ritrovata una pietra verde su una sorta di altare, con un’iscrizione che fa intendere chiaramente la sua importanza… nonostante ciò e le rimostranze dei nostri, lo stolto Kurosaki rimuove ugualmente la suddetta pietra, causando la liberazione dell’antico e potentissimo kaiju Zaigorg.

Il mostro mette subito in chiaro il suo livello, malmenando il povero Ultraman X persino nella sua versione potenziata Exceed X. In seguito il kaiju manifesterà un ulteriore potere: richiamare e controllare altri kaiju, nella fattispecie Antlar e Golza. Due kaiju storici e molto popolari, rispettivamente apparsi la prima volta nelle già citate serie Ultraman (1966/’67) e Ultraman Tiga (1996/’97).

La situazione per Ultraman X e la Xio, già in difficoltà con il solo Zaigorg, si fa insomma decisamente critica.
Fortunatamente, a ribaltare le sorti della battaglia arrivano due rinforzi di altissimo livello. Il primo è proprio Ultraman Tiga. Il piccolo Yuuto, che tutti trattavano con condiscendenza per la sua abitudine di raccogliere oggetti inutili “giocando” all’archeologo, è stato alla fine l’unico ad aver trovato qualcosa di davvero utile: vale a dire, le Spark Lens che permettono la trasformazione nel gigantesco Tiga!

L’eroe cosmico si manifesterà proprio attraverso Yuuto, intento coraggiosamente a salvare sua madre, bloccata sotto delle macerie a seguito di un crollo causato da Zaigorg. Menzione d’onore per la battuta della prof.ssa Tamaki alla vista della trasformazione del figlio: “non puoi girarti un attimo, e sono già grandi!”.

Il secondo rinforzo è nientemeno che l’Ultraman originale, intravisto a inizio film. Il suo arrivo è accolto dallo stupore e dalla commozione di tutti i presenti, che lo riconoscono come “il nostro Ultraman” (da qui, il titolo completo del film). Con lui al fianco degli altri eroi, la luce della speranza brilla di nuovo fortissima: ha inizio l’emozionante battaglia finale.

Come già accennato, Ultraman X aveva abituato i suoi spettatori a guest star d’eccezione. Riservando tuttavia al film, ormai in pieno Cinquantenario, le due che – nella storia del franchise – potremmo definire più autorevoli. Tuttavia, esse non saranno affatto le uniche: prima del finale, oltre a un nuovo e risolutivo power up per Daichi e X, rivedremo anche i principali Ultraman del passato, già apparsi come ospiti durante la serie. Un film che è soprattutto una grande occasione di festa, insomma, per gli appassionati dell’Ultra Saga vecchi e nuovo – con un occhio di riguardo per i primi.

Conclusasi la battaglia, anche per Daichi e X sembra stavolta arrivato il momento dell’addio. Ma un’ulteriore svolta, poco prima dei titoli di coda, rimetterà nuovamente in discussione le cose… forse gli autori non intendevano rovinare il clima festoso del lungometraggio?

Ultraman X the Movie è un discreto lungometraggio. Sostanzialmente è un lungo episodio della serie, con una bella battaglia finale e ancora più revival del solito, grossomodo, cioè, quello che ci si poteva aspettare da un film del Cinquantenario. Nulla di eccezionalmente nuovo sotto il sole insomma, ma un’opera leggera e piacevole per gli appassionati di ogni età.

Certo, volendo essere Ultra-critici (!) potremmo chiederci se questa strategia produttiva, che gioca su un’opulenza citazionistica ad uso e consumo dei fan (e soprattutto del marketing a essi indirizzato) in perenne crescita di serie in serie, sia per forza la migliore sotto ogni punto di vista. Ma questo è quel che passa il gran convento dei tokusatsu: la cui anima consumistica, in sé per nulla priva di aspetti affascinanti, appare comunque sia ben radicata e assai irriducibile.