White Panic

Voto dell'autore: 3/5

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White_PanicQuattro persone si destano nude e rinchiuse in una stanza sigillata e cosparsa di polvere bianca. A intervalli regolari, degli individui con delle tute e maschere antigas entrano nella cella e sperimentano anomali gesti e rituali sui loro corpi feriti e lacerati. Il gruppo tenta una fuga.

Dopo un pugno di corti scolastici, un contributo robusto al new horror asiatico (Living Hell) e il bel corto Dead Money, il promettente Shugo Fujii torna al lungometraggio con un film assolutamente e vistosamente low budget. Il pretesto è certamente abusato ma il regista non fa il passo falso di ricalcare film del calibro di Saw o Cube, gettando il tutto nella paranoia fino alla fantapolitica e restando nella classica “stanza” per un periodo ridotto del metraggio. Non sarebbe male se la sua regia non fosse quasi annullata rispetto alle notevoli prove precedenti; poco resta dello stile a tratti intenso del regista che emerge raramente nei flashback o nelle sequenze esterne alla cella. Nelle altre parti la povertà del tutto acceca lo stile, con raccordi sballati, e una regia a tratti fin troppo sporca. Davvero strano visto che il precedente lavoro del regista si era rivelato come una prova più che promettente. Alla fine il giochino stufa e si riprende nel finale rivelatore che da solo non salva però l’opera.
Purtroppo White Panic ricorda la “roccia mortifera” cantata da Basho, che “sorge all’ombra di una montagna ove scaturiscono fonti termali. La roccia emana ancora esalazioni letali. E’ coperta da un così spesso strato di api e di farfalle morte che non è più possibile distinguere il colore della sabbia”.
Un peccato davvero, speriamo di trovarci di fronte ad un lavoro personale e ardito di semplice transizione verso un futuro sicuramente più roseo.
Dopo i commenti fin qui riportati si può però onestamente riflettere anche su due fattori; il budget del film, minuscolo e i giorni di riprese, solamente quattro (!!!). E in parte rivalutare quanto detto sopra.