The Sperm

Voto dell'autore: 3/5

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The SpermAvendo alle spalle un titolo noto come Sars Wars e più recentemente un altro come Long Weekend, ci si aspettava per questo film di Taweewat Wantha una vita più facile in termini di circolazione. In realtà The Sperm non è stato distribuito al di fuori della patria se non in un mesto VCD di nazionalità singaporiana, che si fregiava di sottotitoli inglesi. Eppure date le premesse era decisamente una chimera da inseguire questa sex comedy che prometteva follie al pari di Bangkok Loco. Come nel più noto e coloratissimo film connazionale il protagonista Sutin (Leo Putt) è un musicista. I suoi sogni di verginello sono contraddistinti dalla continua presenza della modella Lammy (Pimpaporn Leenutapong). Questo si ripete a tal punto da portarlo a confondere spesso la realtà con la fantasia. In uno strano incalappio del destino, che sarà svelato solo nel finale, una sua masturbazione genera un vero e proprio stormo di spermatozoi volanti che ingravida più di 400 donne. In meno di un giorno i bambini vengono sfornati, hanno tutti il volto di Sutin sin da infanti e in meno di una settimana diventano adolescenti e pronti a esplodere in una nuvola di spermatozoi dopo una nuova masturbazione.

Per fortuna uno strano dottore e la sua strana figlia sono alla ricerca di una soluzione per salvare il pianeta terra da questo continuo ciclo di masturbazioni e ingravidamenti. Ovvio che i due abbiano qualcosa a che fare con gli strani accadimenti, ma questo è davvero poco rilevante nel panorama smisurato di folli personaggi imbastito da Wantha. Tra citazioni a quell'Ong Bak che ha reso noto il co-produttore della pellicola Pracha Pinchaew e altre un po' più oscure anche per chi mastica follie thai, il film si trascina stancamente e casualmente verso il finale. Il ritmo è un perfetto sconosciuto per il regista. Seppur dotato certamente di invidiabile tecnica, riesce a far fare un'ottima figura ad altri prodotti conterranei come Cool Gel Attacks, che si muovevano sulle stesse coordinate. Non c'è sesso, non c'è provocazione, nemmeno l'ombra del divertimento e soprattutto non compare uno spermatozoo gigante che minacci il mondo come sembrava promettere il soggetto. Sommando questi fattori diventa perciò incomprensibile il registro comico di questi film e c'è ben poco da meravigliarsi che non vengano esportati.

Sembra curioso dirlo, ma se quasi un decennio fa la follia Thai portò una ventata di novità nel panorama del cinema asiatico, adesso invece risulta abbastanza stantia e prevedibile. Davvero restano solo gli irriducibili ammiratori di un qualcosa che non comprendono a sostenere la validità di un prodotto del genere. Purtroppo un cumulo di stramberie non fanno un valido prodotto di Entertainment. Sono solo rumore di fondo in un cinema che va recuperato e rivitalizzato al più presto prima che collassi ripetendo sé stesso ciclicamente.