Destruction Babies

Voto dell'autore: 4/5

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Una scheggia impazzita generata in un ambiente violento e in grado solo di generare a sua volta violenza, gratuita come il caso che tutto domina, sadomasochistica come un invasato, nichilista come una gioventù senza riferimenti in balìa di uno schermo.

I pestaggi sono così realistici e fisici da far apparire cartoonesca la velocità di ripresa del protagonista, mefistofelico nella sua foga e tangibile, temibile nella sua estrema potenza. Del tutto impossibile identificarsi con lui, tranne forse nel finale, in cui tramite il percorso del fratello intuiamo le colpe di una società disumanizzante e l'innocenza dei ragazzi.

Un film disturbante che precipita i suoi protagonisti sempre più a fondo in una insulsa spirale di brutalità; e proprio quando non sembra più possibile che riprendano coscienza, ecco che lo spettatore si vede arrivare l'ennesimo gancio in piena mascella che lascia dapprima esterrefatti, poi nauseati.

Con la ex-baby star Yûya Yagira, indimenticabile nel dramma infantile di Kore-eda Nobody Knows, e Nana Komatsu, sorpresa dello strepitoso World of Kanako, qui in un ruolo altrettanto diabolico.

Un'osservazione sul titolo. La traslitterazione giapponese del termine "destruction" può essere anche letta come "distraction", un gioco di parole probabilmente voluto e riconducibile al vuoto in cui versano i bambini moderni, deviati verso intrattenimenti virtuali, depistati dal fronteggiare la realtà, per quanto dura possa essere. Le cosiddette armi di distrazione di massa sono assai più letali dei cazzotti.

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