Kung Fu vs. Acrobatic

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Il titolo anglofono Kung Fu vs Acrobatic fu probabilmente messo là per attirare gli sprovveduti, ma il titolo originale (摩登如來神掌) svela subito l'arcano. Un paio di quei caratteri stanno a significare «moderno» mentre il resto è esattamente il titolo della saga meglio nota col nome di Buddha's Palm. Per questo il film inizia proprio dal 1964 con immagini di repertorio pescate dai 4 film che narravano la leggenda di Long Jian Fei, l'eroe della saga che stavolta però non è al centro di questa vicenda. Il protagonista di questa versione moderna ha il volto di Andy Lau Tak-Wah e non veste di fatto i panni che furono di Walter Tso Tat-Wah nei primi sessanta e di Derek Yee nei primi ottanta, ma quelli di un semplice impiegato spedito per punizione nell'entroterra cinese dal boss assieme al suo compagno di appartamento e lavoro Nat Chan Pak-Cheung. E` là, che dopo un tentativo di fare affari loschi e relativa rocambolesca fuga dalle temibili guardie della Repubblica Popolare Cinese, finiranno nella grotta dove sono congelati da secoli Joey Wong Cho-Yin, Cutie Mui Siu-Wai e Yuen Wah, rispettivamente principessa, ancella e crudele maestro di arti marziali innamorato della principessa.

Dopo una becera scena, che vede il duo pseudo-comico Lau e Chan divorare controvoglia quello che sembra a tutti gli effetti un escremento umano sperando che questo guarisca gli effetti di un avvelenamento, inavvertitamente i due finiranno per risvegliare gli ospiti dal passato. Questa premessa serve fondamentalmente per incanalare la storia nel canovaccio abbastanza classico nel cinema di Hong Kong dei tempi, che vedeva persone di epoche remote trapiantate in quella presente come già accadeva per esempio in The Iceman Cometh, A Terra-cotta Warrior o Love in the Time of Twilight. Solo che come si sarà intuito, qui siamo più dalle parti del pecoreccio che in quello stesso periodo rispondeva spesso al nome di un unico grande artefice: Wong Jing.

E te lo immagini sempre lì pronto a far danno solo che gli venga data l'occasione con la sua capacità di far film talmente balordi da suscitare simpatia istantanea. Mettere mano al re-re-remake di Buddha's Palm gli avrebbe dovuto permettere idealmente di poter dare il massimo di sé stesso in sceneggiatura, ma l'ostacolo in questo caso è costituito dagli stessi precedenti film che certo non lesinavano i momenti di ironia ed ilarità. Per cui il meccanismo comico di Wong risulta posticcio e tremendamente datato nel ventunesimo secolo. Mentre la natura di film in costume dei Buddha's Palm precedenti garantiva comunque un'astrazione della materia filmica dall'epoca in cui veniva girato, lo stesso non si può dire di questa pellicola. Si notano malamente le crepe della produzione malconcia e frettolosa tipica degli anni ottanta, quello strano ma fertile periodo della cinematografia locale. Era un periodo in cui non sapevi mai come si risolvevano questi strani assemblaggi di cast e addetti ai lavori. Anche qui ci sono le star à la page come i giovani e bellissimi Andy Lau e Joey Wong, che avevano già alle loro spalle cose immaginifiche come As Tears Go By o A Chinese Ghost Story. C'è il cameo di Walter Tso come già detto protagonista della saga anni '70, anche presente nel remake Shaw Brothers del 1982, ma purtroppo breve ed incolore in questo passaggio. C'è Yuen Wah che eredità la tecnica del piede enorme che aveva il principale nemico del protagonista della saga, ma le arti marziali dirette da lui stesso sono ridotte davvero al minimo storico. E ritorna persino alla regia quel Taylor Wong che diresse il grande classico della Shaw nella speranza di portare a casa un prodotto dignitoso.

Volendo però andare in più direzioni si finisce spesso per non muoversi di un passo e il film manca della necessaria coesione purtroppo, nonché della esuberante follia dei vecchi capitoli. Qualche effetto in sovrimpressione memore del glorioso passato lo si vede, ma non stuzzica abbastanza. Bisogna arrivare praticamente alla fine per avere quello che ti aspetti dal migliore Wong Jing. Da un  cimitero rivive un buffo spirito combattente che non è altro che una tartaruga cartoon, debitrice certamente del successo planetario che appena un paio di anni prima aveva avuto il film americano Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? Questo resta al netto della storia di un film come Kung Fu vs Acrobatic ovvero la goffa creatura animata che combatte al fianco di Andy Lau nel confronto finale col cattivissimo Yuen Wah. Forse questo basta a rendere il film diretto dal redivivo Taylor Wong un oggetto di idiozia talmente rara da risultar quasi seducente.

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